Shekhar Kapur, regista di Elizabeth e Elizabeth – The Golden Age, torna dopo una lunga assenza per provare a far risorgere il genere romcom con What’s Love?, una storia leggera e con momenti divertenti, con una rivisitazione di storie tradizionalmente raccontate con protagonisti bianchi. Belle location londinesi e molto sentimento (nell’attesa di un vociferato quarto episodio della saga di Bridget Jones); Shekar Kapur non ha esperienza nel genere commedia, ma i suoi drammi d’epoca, sontuosi e ricchi di azione, gli hanno permesso di padroneggiare il racconto e conferire al film una certa grandiosità patinata che da tempo mancava alla commedia romantica.

Zoe (Lily James, già vista in Mamma Mia, ci risiamo! e Baby Driver) ha trovato una carriera di successo come regista di documentari, ma la pesantezza dei suoi soggetti le rende difficile trovare nuovi finanziamenti. Quando il suo amico di lunga data e vicino di casa Kaz (Shazad Latif) annuncia che sta iniziando il percorso per un matrimonio combinato (e per su stessa decisione, non per coercizione dei genitori), vede la sua scelta come ispirazione per un nuovo documentario, e decide di seguirlo lungo tutto il percorso con la sua videocamera.

Molti i momenti nel film nei quali i due discutono di romanticismo e amore e cosa significhino (il tutto fa – ovviamente – molto Harry ti presento Sally, abbastanza divertente anche se meno incisivo); un tema ricorrente che vede Zoe rimarcare come la dura realtà ben diversa dalle fiabe. La sceneggiatura è basata sulla competenza, un po’ meno sulla creatività: una struttura solida, un buon ritmo, ma dialoghi che spesso sembrano un po’ abbozzati e non del tutto riusciti. Emma Thompson compare nei panni della madre di Zoe, fresca probabilmente di una delle sue migliori interpretazioni fino ad oggi, ne Il piacere è tutto mio, ma la sua presenza è piuttosto fuori misura e piuttosto che rubare la scena sembra appesantirla. È molto più gratificante guardare la star indiana Shabana Azmi nei panni della matriarca, con comportamenti astuti che evitano i cliché: una donna che abbraccia sia la tradizione che la modernità e ci convince della difficoltà di tenere insieme le due cose.

Il film non ha dichiarazioni profonde o particolari sui matrimoni combinati o sul matrimonio in generale, ma evita anche di appoggiarsi al semplicistico e sentimentale giudizio occidentale; la conclusione generale è che l’amore può accadere a chiunque e ovunque, e per il momento accontentiamoci così.

Beppe Musicco

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