Mimmo, nipote grande e grosso dell’imprenditore/strozzino Santili, tira a campare dividendosi tra il lavoro sul cantiere e le riscossioni per conto dello zio, che sfrutta la sua mole per intimidire i debitori mandandolo in giro insieme al più determinato Roscio, cui dà corpo un sempre efficace Claudio Gioè. Una vita che proseguirebbe su binari segnati (anche se negli occhi di Mimmo leggiamo disgusto per quello che fa e quello che vede), se nella vita del protagonista non entrasse Tania, una ragazza di provincia che pare decisa a sfruttare la sua bellezza e la sua sfacciataggine per fare strada, partecipando alle feste/orge di Manuel, il figlio vizioso di Santili. Costretto suo malgrado a fare da custode alla ragazza per un giorno, Mimmo ne subisce il fascino a modo suo, la lascia entrare nel suo mondo e con ciò, probabilmente, segna la sua condanna… Perché per Mimmo a quel punto Tania – che pure dichiara di non aver bisogno di nessuno, e promette i suoi “servizi” con sfrontatezza che ricorda troppe vicende di cronaca (non si tira indietro nemmeno di fronte a due ragazzini minorenni incontrati al bar a cui offre prestazioni online in cambio di ricariche di una carta) – diventa comunque una creatura da difendere contro i soprusi del più forte… Ma Mimmo non sa controllare la sua forza e le sue azioni (che sanciscono un inaspettato legame con Tania, per la prima volta guardata in modo differente) daranno inizio a una spirale di violenza capace di ingoiare il desiderio di fuga dell’improbabile coppia.,L’esordio alla regia dell’attore Michele Alhaique punta sul genere (un noir con elementi di road movie) e su ottimi interpreti (Favino, ma anche la Scarano e Gioè) per costruire un racconto che, se non ha grandissimi elementi di novità e rischia di essere prevedibile negli esiti, regala però agli amanti di questo tipo di racconti una narrazione coerente e compatta. Il neoregista non rinuncia a qualche vezzo nella realizzazione, ma nel complesso preferisce valorizzare volti e sguardi degli attori che danno profondità ai personaggi molto più delle parole. La vicenda è volutamente scabrosa (non si risparmiano violenza e sesso), ma Alhaique ha il merito di scegliere uno sguardo non puramente esterno, ma di seguire con pietà e partecipazione i suoi personaggi e convincendo così anche lo spettatore a investire emotivamente su di loro.,Luisa Cotta Ramosino,