Negli anni 70 a Cinisi, in Sicilia, dominava il boss Tano Badalamenti. Un giovane, Peppino Impastato, provò a combattere la cultura mafiosa con le armi dell’ironia e del sarcasmo, diffusi da una radio privata da lui fondata. Un atteggiamento che non poteva rimanere impunito, con Peppino barbaramente ucciso da sicari mandati da Badalamenti.

I cento passi del titolo del film di Marco Tullio Giordana (La meglio gioventù, Quando sei nato non puoi più nasconderti, Romanzo di una strage), sono quelli che separavano la casa degli Impastato da quella di Badalamenti a Cinisi, comune della cintura di Palermo. Giordana, con efficacia e trasporto, ricostruisce la vicenda eroica di Peppino (interpretato magistralmente da Luigi Lo Cascio, che si fece conoscere e apprezzare dal pubblico con questo ruolo) che provò in tutti i modi a denunciare la cultura mafiosa tra fine anni 60 e per tutti gli anni 70. Un film potente, reso ancora più interessante per il fatto che lo stesso Peppino era figlio di un mafioso; il padre Luigi (Luigi Maria Burruano, zio dello stesso Lo Cascio) era legato a Badalamenti. Non mancano scene di tensione e scontro all’interno della famiglia. Solo il fratello Giovanni (Paolo Briguglia) capisce il fratello e lo sostiene.

Nel film di Giordana non si dipana solo la vicenda di Peppino, che giorno dopo giorno si ritrova sempre più solo, ma viene descritto molto bene cosa voleva dire ai tempi (e forse anche oggi) vivere in una realtà come Cinisi, dove niente si poteva fare che non fosse approvato dalla mafia che dominava e assoggettava tutti. Ma I cento passi è anche un film di conflitto generazionale, con i giovani raccolti attorno alla radio di Impastato che provano a ribellarsi alla mentalità dominante in cui anche i genitori sono intrappolati. Inevitabile l’epilogo, con l’omicidio di Impastato fatto sembrare come suicidio. Una storia che ai tempi non ebbe molta eco sui giornali perché il cadavere venne ritrovato il 9 maggio 1978, giorno del ritrovamento del corpo di Aldo Moro assassinato dalle BR.

I cento passi è un film di impegno civile, come nella miglior tradizione del cinema italiano, giustamente premiato alla Mostra di Venezia 2000 per la miglior sceneggiatura scritta da Giordana insieme a Claudio Fava e Monica Zapelli). Nota conclusiva sul cast: tutti impeccabili, anche Tony Sperandeo nei panni di Badalamenti e Lucia Sardo in quelli della madre di Peppino e Giovanni Impastato.

Aldo Artosin