Il pulcino Little Chicken è lo zimbello della città dal giorno in cui ha detto che il cielo stava per cadere a pezzi. Ma un giorno un pezzo di cielo cade veramente… ,PERCHE' SI',Un'innovazione che strizza l'occhio alla tradizione. Così si potrebbe definire Chicken Little, il cartone di Natale della Disney rinnovata. Dopo la gloriosa e proficua unione con la Pixar, la Disney ritorna in proprio e cerca di non uscirne sconfitta. Difficile bissare il successo di un film veramente per tutti come Gli incredibili e così ci si accontenta di soddisfare almeno i bambini, vero pubblico del cartone animato. Il polletto che combina unicamente disastri e non si sente stimato dal papà (ex campione di baseball) è un alter ego ideale per ogni bambino. In lui c'è il desiderio di essere voluto bene, di essere capito e stimato da un padre troppo attento al giudizio degli altri. Non credere in Chicken Little è negare la possibilità che avvenga qualcosa d'inaspettato. Inaspettato è il fatto che possa cadere un pezzo di cielo (come accade nel film) ma ancora più inaspettato è che il piccolo pollo abbia la forza per giocare a baseball da campione. Disegnato in grafica tridimensionale, il pollo è circondato da una serie di amici unici: il grasso porcello Aldino Cotechino, l'innamorata Ambra Papera e Pesce Fuor d'Acqua. Un trio che si diverte sulle note di celebri canzoni, controcanto ironico delle cinque canzoni da manuale che aveva ogni vecchio film della Disney. I tempi cambiano e anche la tradizione deve cedere il passo a qualche innovazione per riuscire ancora a incantare. I pulcini non cinguettano più, al contrario fanno il verso a Freddy Mercury con We are the champion e i draghi lasciano il posto agli alieni, usciti direttamente da La guerra dei mondi. E anche se gli adulti escono un poco delusi, i bambini si divertono grazie alle stravaganze della cittadina Oakey Oaks e ridono della comicità slapstick del ciccione Aldino Cotechino. ,Daniela Persico,PERCHE' NO,Non è un film della Pixar. Anzi ne è ben distante. E questo, nonostante tutti gli sforzi della Disney di aggiornarsi tecnologicamente, abbandonando l’animazione classica per abbracciare la nuova frontiera del digitale che proprio la Pixar, sin dai tempi di Toy Story, aveva proposto come novità assoluta nel campo del cinema d’animazione. Chicken Little, al di là della metamorfosi tecnica, rimane nel solco dei film recenti targati Disney. Tu sei perché vali. Sembra questo il motto, il giudizio che sottende un film semplice, più adatto per un pubblico di piccini che di adulti (a cui forse, per amare il film, non basterà una manciata di citazioni cinematografiche). Il pulcino protagonista ha un problema. Mica un problema da ridere. Ha sbagliato. Ha scambiato una ghianda per un attacco stellare. E tutti lo hanno deriso, emarginato, condannato. Insomma, non gli crede più nessuno. Nemmeno il padre, solo e vedovo (altra costante della Disney, quella dei genitori, che, se ci sono, sono sempre divisi), per cui Chicken Little è semplicemente una delusione. Facile intuire come andrà avanti la narrazione. Il pulcino si farà un mazzo tanto per riscattarsi agli occhi del padre. Riscatto, che ovviamente non potrà mancare. E tutti vissero felici e contenti. Ma se il pulcino tornerà a sbagliare ? Tra le tante differenze tra i film targati Disney e quelli Pixar, tenendo conto ovviamente di un gusto personale che potrà far propendere per gli uni o gli altri o anche per tutti quanti indifferentemente, un fatto è oggettivo. Che i pixariani Monster’s & Co, Alla ricerca di Nemo, Gli incredibili partivano da un presupposto certo che manca nella dinamica del riscatto personale e solitario degli eroi Disney. Tu vali, sei importante, perché ci sei. Tu, figlio mio, biologico (Nemo, Gli incredibili) o adottivo (Monster’s & Co), sei unico e irripetibile, proprio perché un po’ difettoso, con una pinna atrofica o con qualche piccolo problema caratteriale. Ti amo perché ci sei. E non ti abbandonerò mai – percorrerò gli ampi spazi dell’Oceano, attraverserò migliaia di porte e altrettanti pericoli, ma ti troverò. E non sarò da solo. Con me ci saranno i miei amici, i tuoi fratelli, e anche la tua mamma. Saremo una famiglia imperfetta e incasinata, ma una famiglia, unita. E che si muove per te.,Simone Fortunato