La nuova insegnante Maria Drazdechová è giovanile, sorridente e indossa anche un paio di spiritose scarpette color argento, una nota di originalità nella grigia Cecoslovacchia comunista degli anni 80. Si presenta come “una povera vedova” ai suoi alunni e al primo appello chiede di ognuno il nome, ma anche la professione dei genitori. Il perché verrà presto scoperto. Chi si presta a far favori all’insegnante, che è anche una dirigente del partito (da un passaggio in auto alla riparazione di un rubinetto, alle pulizie in casa), riceve suggerimenti sul tema delle interrogazioni future e buoni voti. Chi non ci sta, perché non vuole o semplicemente non può, causa ai figli brutti voti ed emarginazione dai compagni più fortunati e che hanno genitori accomodanti.
Narrato su un doppio binario (l’azione prende spunto da un’assemblea di classe convocata su richiesta dei genitori di un’alunna vessata, che espongono e ricordano gli avvenimenti accaduti), The Teacher riflette l’esperienza personale del regista e, per ambientazione e vicende, ricorderà ai lettori meno giovani com’era la vita nei paesi del socialismo reale. Chi ha avuto occasione di vedere il film di Jan Sverák Kolya (premio Oscar 1996) o di leggere Il potere dei senza potere di Vaclav Havel (il maggior drammaturgo ceco, costretto per decenni a umili lavori manuali prima di essere riabilitato e diventare primo Presidente della nuova Repubblica) o magari ancora ha avuto l’occasione di visitare i paesi dell’Est Europa prima del 1989, ricorderà come di fronte all’ipocrisia e alla coercizione di massa qualcuno ebbe il coraggio di alzarsi in piedi e affermare la verità. Una scelta pagata cara: da alcuni con la vita, da altri con la prigione, da altri ancora con l’emarginazione sociale e la povertà.
Una casistica ben espressa anche nel film durante l’assemblea, dove la maggioranza dei genitori è disposta a negare l’evidenza dei fatti, pur di continuare uno status quo che garantisca il successo scolastico dei figli. Il coraggio verrà soprattutto da un genitore già perseguitato: valente astrofisico, è costretto a fare il lavavetri e ad abitare col figlio in una misera soffitta, da quando la moglie (anche lei scienziata di fama) ha chiesto asilo in Occidente. Mescolando ironia e dramma (una dote non rara tra gli scrittori dell’Est), questo piccolo ma grande film ricorda a tutti come la libertà di cui l’Europa ancora gode sia il frutto di tante scelte dolorosamente consapevoli, e del sacrificio di uomini che hanno deciso di sfidare la paura e le minacce per dire a tutti come stavano realmente le cose. Anche per questo, come dice il sottotitolo del film, The Teacher è una lezione che sarà bene non dimenticare.

Beppe Musicco