Basato sulla serie a fumetti “Scott Pilgrim” del canadese Brian Lee O’Malley. ,Premessa: è necessario attraversare qualche minuto di scombussolamento (se non addirittura fastidio) prima che ci si abitui al linguaggio singolare che questo film utilizza. Il rapido succedersi degli eventi, il montaggio a tratti frenetico, l’inserimento di segmenti di testo (didascalie e onomatopee) e segni cinetici all’interno dell’inquadratura… Sono tutti espedienti volti alla fusione di un mezzo di comunicazione statico qual è il fumetto e un mezzo di comunicazione dinamico qual è il cinema. Scott Pilgrim vs. the World, infatti, non tenta semplicemente di riprodurre con fedeltà le vignette da cui proviene la storia – esperimento già realizzato in altri film, ad esempio Sin City (2005) di Miller e Rodriguez – ma del linguaggio fumettistico conserva la caratteristica più propria, ovvero una velocità cui il cinema è di norma estraneo: ogni personaggio è presentato tramite poche informazioni scritte che compaiono sullo schermo per qualche secondo e i passaggi logici sono facilitati da sottotitoli, disegni e simboli che irrompono sulla scena. Per i flashback sono mostrate le vignette stesse. Si aggiunga che i combattimenti tra il protagonista e i suoi nemici si ispirano ai videogiochi degli anni Ottanta (i picchiaduro alla “Street Fighter”, ma anche “Super Mario bros.”): per ogni vittoria si guadagnano punti in forma di monetine, ad ogni colpo è associato un suono elettronico, si può lottare singolarmente o in due, man mano che si prosegue aumenta la difficoltà ed è possibile accumulare “vite” una volta raggiunto un certo livello. Infatti, da Scott Pilgrim è stato tratto anche un videogame. La mescolanza riuscita di ben tre linguaggi diversi dà forma ad un racconto fantastico e a volte nonsense che fa del film di Wright un’opera di derivazione postmoderna, che nell’insieme rispecchia la sovrapposizione dei media e l’immediatezza della ricezione che caratterizzano l’odierno modo di vivere e di apprendere. ,Non mancano spunti interessanti dal punto di vista dei contenuti ma, come si sarà capito, Scott Pilgrim vs. the World si distingue piuttosto per quanto riguarda l’aspetto formale (che è ciò che cattura l’attenzione dello spettatore). In generale, la storia funziona perché evita di prendersi troppo sul serio, filtrata dall’umorismo demenziale di un regista non nuovo a esperienze comiche (L’alba dei morti dementi, Hot Fuzz) e dalla simpatia degli attori, in particolare Michael Cera, Kieran Culkin e Ellen Wong. Divertenti anche Chris Evans e Brandon Routh, in una sorta di parodia di se stessi (entrambi, in passato, hanno interpretato eroi fumettistici).,Maria Triberti,

Scott Pilgrim vs. the World
Per poter stare insieme alla ragazza di cui è innamorato, il ventitreenne Scott Pilgrim deve combattere contro i suoi sette malvagi ex fidanzati.