Claudio Santamaria e Gabriele Mainetti a Lucca Comics & Games 2015

Gabriele Mainetti è stato ospite ieri di Lucca Comics and Games (29 ottobre – 1 novembre), la fiera internazionale del fumetto, dell’animazione e del fantasy, che quest’anno si svolge on line con il nome di Lucca Changes. Il regista di Lo chiamavano Jeeg Robot e del prossimo e atteso Freaks Out – che doveva uscire a metà dicembre, ma con i cinema chiusi è tutto in stand by – ha ricordato la sua prima esperienza a Lucca nel 2015, insieme a Claudio Santamaria, proprio per lanciare il film che lo ha reso celebre in Italia e non solo: «Da quel 2015 per me è cambiato tutto. Allora non si sapeva chi fossi, oggi sono il regista di Lo chiamavano Jeeg Robot. Grazie a quel successo posso fare quello che desidero e, anzi, sono andato anche oltre».

Sempre sul film, Mainetti ha voluto specificare «che non si tratta di un cinecomic perché Lo chiamavano Jeeg Robot non è tratto da un fumetto ma è un film che ha voluto rispondere alla moda dei cinecomic al cinema con un prodotto in cui fosse presente la cultura italiana. Io non sono mai stato appassionato dei fumetti Marvel, ho sempre preferito il mondo dei manga giapponesi perché hanno uno storytelling che si avvicina molto al mio modo di intendere il cinema». Il successo di Lo chiamavano Jeeg Robot avrebbe potuto aprire a Mainetti le porte di Hollywood: «Venni contattato dalla Sony per dirigere Venom. Il fumetto e il personaggio mi piacciono molto e mi sono reso disponibile. Ho fatto tutte le selezioni fino ad arrivare a parlare con il Charmain di Sony (carica che connota negli Usa il presidente del Consiglio di amministrazione, ndr). Gli ho presentato il mio progetto di film ma quando ho capito che loro avevano in mente un’idea diversa, le nostre strade si sono separate».

Il regista ha poi confermato la sua passione per il cinema di genere «che offre sempre una traccia lungo la quale orientarsi. L’importante, a mio avviso, è scrivere storie che utilizzino il genere per ragionare sulla contemporaneità perché altrimenti si rischia un vuoto esercizio di stile». Ma, domanda finale, ci sarà un sequel di Lo chiamavano Jeeg Robot? «Al momento lo escludo. Non ci stiamo pensando; il film si era chiuso con i personaggi che avevano avuto una loro evoluzione e compimento. Riproporli al pubblico sarebbe un presa in giro. Spero invece che Freaks Out abbia lo stesso successo del mio primo film».