I morti camminano sulla terra, escono dalle loro tombe ed assaltano al collo i vivi uccidendoli e divorandone le carni. Una donna scappa in macchina ma esce di strada, arranca nella boscaglia entra in una casa. Arriva un uomo di colore – è il protagonista – e prende il controllo, rassicura la donna ancora sotto shock, scopre dei superstiti rintanati nella cantina, barrica le finestre organizza la resistenza. Gli zombi arrivano lenti e inesorabili, non c’è scampo e la notte è ancora lunga. Il nemico è alle porte, mugugna e striscia i piedi, l’occhio vitreo e lo sguardo perso in cerca di cibo, ma non sarà lui ad uccidere gli eroi: il padre di famiglia non accetta ordini da un negro, la moglie è in pensiero per la figlia che sta male, la coppietta è impotente e la donna è ancora sotto shock; si organizza un piano, fallisce, i fidanzati muoiono bruciati (fatale errore umano), l’uomo di colore rientra in casa: ha rischiato la vita e il padre di famiglia non è stato d’aiuto, anzi. E così la famiglia (in)felice ritorna a rifugiarsi in cantina, dove la figlia malata – perché morsa da un non-morto – morirà e risorgerà per divorare i genitori. La donna riprende il senno e riesce a fuggire, il nero rimane in casa; all’alba l’arrivo salvifico dello sceriffo, con volontari armati di cani e fucili che ricordano le retate contro i dissidenti di colore negli anni sessanta, porrà fine all’errore più grande di questo film: credendo di vedere uno zombi sparano in testa all’uomo di colore – il protagonista – ponendo fine alla sua vita, anziché salvarla.,Basso budget, attori sconosciuti, poco makeup e tanta suggestione per un film politico che parla di zombi per parlare d’alto: l’attore di colore, che deve morire entro la metà del film, qui è il protagonista ed arriva fino alla fine, il non-morto non è la vera minaccia perché è l’uomo stesso che è causa della propria estinzione. Zombi come figura di pressione sociale, che esaspera ed incrina delicati equilibri di convivenza in una società ancora incerta, dove anche la famiglia non è più (se mai lo è stato) un luogo sicuro.,Andrea Cassina