La mafia non è più quella di una volta, ma lo stile di Franco Maresco invece sì. Come se fossimo ancora ai tempi di Cinico Tv (la trasmissione di Rai3 da lui ideata con Daniele Ciprì), il regista siciliano si imbarca con questo documentario alla ricerca di cosa sia cambiato nella coscienza dei palermitani a 25 anni dall’uccisione di Falcone e Borsellino. A fargli da testimone, la fotografa Letizia Battaglia, famosa in tutto il mondo, che dopo anni di lavoro all’estero è tornata stabilmente a Palermo.
Maresco sceglie ancora una volta la modalità satirica che gli è più congeniale: mostrando, interrogando, divertendosi anche a mostrare il lato grottesco o semplicemente la bruttezza di luoghi o persone; comincia con le varie manifestazioni studentesche che si trasformano in feste da ballo ai piedi dell’albero eretto a simbolo del sacrificio dei due magistrati, ma soprattutto l’impresario di concerti di neomelodici Ciccio Mira (già protagonista di Belluscone. Una storia siciliana, presentato a Venezia nel 2014) e la sua sgangherata compagnia di giro, che organizza un concerto per la commemorazione di due giudici nel quartiere Zen di Palermo. Una fiera di personaggi al limite, messi in ridicolo dal fatto che nessuno ha coraggio o volontà di dire che i due sono stati uccisi dalla mafia.
Il risultato è tra il ridicolo e l’agghiacciante, come spesso succede nella filmografia di Maresco, e mostra, secondo le stesse parole del regista come ci si trovi «in un territorio in cui la distinzione tra bene e male, tra mafia e antimafia, si è azzerata, e tutto, ormai, è precipitato in uno spettacolo senza fine e senza alcun senso».
Ci si sgomenta un po’ e si ride spesso, a guardare i siparietti dei vari personaggi. Poi però non si può fare a meno di domandarsi se, film dopo film, sia sempre lecito che i colti, gli intelligenti, i democratici, si facciano cinicamente beffe dei miserabili, dei disgraziati, di chi ha problemi psichici, di poveracci che possono solo cercar di convivere con chi ha il coltello dalla parte del manico. Troppo facile.
Beppe Musicco