Sghemba commedia giovanile, brillante per una buona metà, scontata per la rimanente, dove la sceneggiatura si fa più fragile e demolisce ciò che di buono aveva costruito. Eppure l’idea da cui nasce la trama è molto buona, attingendo a piene mani da La lettera scarlatta, debito per altro dichiarato in più scene (con tanto di frecciata al suo ultimo orrendo adattamento cinematografico con Demi Moore). Così la giovane Emma Stone interpreta la parte di Olive Penderghast, emarginata ragazza di un college statale che per avere un po’ di attenzione mente ad un’amica dicendo di aver perso la verginità. La notizia si diffonderà rapidamente, causa i pettegolezzi di una bigotta protestante: e questo attirerà i ragazzi verso Olive, ansiosi di poter avere anch’essi un’occasione. Finalmente lei si sente al centro dell’attenzione e questo la spinge a continuare la sceneggiata, alla quale prenderanno parte di volta in volta nuovi ragazzi che per avere notorietà fingeranno di avere avuto una notte brava con la partner. Olive persevererà nello scherzo, cucendosi addosso sul vestito la lettera scarlatta, simbolo di passione adultera, fino a che le cose degenereranno in un turbine di piccoli drammi sentimentali. Alla fine comunque la verità verrà fuori e lei incontrerà il principe azzurro.,Se, come si diceva, la prima metà del film regala un buon ritmo, con alcune gag divertenti e grazie a figure interessanti, seppur grottesche, che accompagnano la vita di Olive (su tutte i genitori, il fratello adottivo e il professore di lettere), quando invece la bugia degenera il ritmo si sgonfia, tutta l’attenzione del film si concentra su degli “sfigati” protestanti, esasperati nel loro bigottismo, che provano a cacciare Olive dal college, salvo poi venir fuori che ognuno di loro ha scheletri nell’armadio ben peggiori. Quando poi Olive sentirà il bisogno di confidarsi con un adulto, andrà prima in una chiesa cattolica che troverà vuota e poi in una protestante dove incapperà nel padre della ragazza che diffuse la falsa notizia. Ancora peggiore la figura della madre, che le svela di essere stata una vera “cortigiana” quand’era giovane e di aver provato ogni tipo di esperienza sessuale. La sceneggiatura rivela poi la sua debolezza in diversi personaggi secondari, su tutti il giovane di cui Olive si innamorerà, gettato nella storia all’improvviso e che poteva essere meglio sviluppato. Per non parlare poi dell’amica a cui è svelato il “falso segreto”: compare all’inizio, in qualche scenetta al centro e per una manciata di secondi alla fine. Pacchiano infine il cameo di Malcolm McDowell nei panni del preside del college. In definita, un film modesto a cui un po’ più di profondità e una scrittura più attenta gli avrebbero potuto donare una dignità discreta.,Andrea Puglia,

Easy Girl
Una giovane ragazza finge di aver perso la verginità per ricevere un po’ di attenzione: capirà che ciò di cui ha realmente bisogno è una persona da amare.