Questa leggera commedia francese, ambientata nel mondo frivolo ma spietato del giornalismo di moda (c’è un direttore che sembra la caricatura di Yves Saint Laurent e una proprietaria che fa il verso sia alla direttrice di Vogue Anna Wintour che al suo avatar cinematografico, la Miranda Priestley di Il diavolo veste Prada), vive della simpatia dei suoi due protagonisti: la bella “matura” Virginie Efira e il brillante e simpaticissimo Pierre Niney (che a breve incarnerà proprio Yves Saint Laurent in una biografia cinematografica).,Il tema, quello della relazione tra una donna quasi quarantenne (Alice, con un ex abbastanza odioso, ma sincero, e una figlia decenne sovrappeso) ma ancora piacente e un uomo molto più giovane di lei (un ventenne studente di architettura), è ormai cinematograficamente e televisivamente sdoganato (ci hanno fatto pure una serie statunitense, Cougar Town) quasi quanto l’ormai superato cliché a sessi scambiati. Anzi, ad un certo punto, il discorso si sposta in questo caso addirittura sulle tiranniche categorie dettante da Internet e dall’onnipresente Youporn, diventato il galateo di un certo smaliziato modo di intendere le relazioni tra i sessi.,I problemi morali in proposito, ormai, sono cosa superata, e al massimo si discetta su cosa “si porti di più” in termini di relazioni sentimentali (che, ça va sans dire, devono essere anche sessuali), e quanto possa giovare alla solitamente ingessata e super-efficiente Alice, abituata a sgobbare senza ottenere riconoscimenti, l’esibizione di un amante con i famosi “vent’anni di meno”.,Detto fatto, l’accoppiata, frutto inizialmente di un equivoco (pure quello veicolato da Twitter), poi proseguita solo per ottenere l’agognata promozione, si trasforma infine in realtà, per poi complicarsi come tutti i rapporti reali, qualunque sia l’età dei personaggi coinvolti.,Vero è che nel mondo amorale e francamente detestabile della protagonista, il giovane Balthazar, spontaneo, divertente, educato, appassionato di architettura e sinceramente innamorato (è disposto a fingersi uno stagista per non sconvolgere la figlia piccola di Alice) è una vera boccata d’ossigeno (e forse anche un po’ un sogno ad occhi aperti). Il pubblico ci mette poco a tifare perché la differenza d’età (derubricata a falso problema prodotto da una cultura che accetta senza problemi ricchi di mezza età con amanti poco più che maggiorenni) non sia d’ostacolo al grande amore. In tutto questo si salta a piè pari l’eventuale disagio di una figlia piccola (eppure lo stesso Balthazar fa fatica ad accettare che la nuova fidanzata del padre sia una sua vecchia compagna di liceo); mentre la prospettiva a lungo termine, qui gioiosamente accettata, potrebbe rivelarsi più complicata di quanto l’impeto della passione suggerisca. ,Lo lascia intuire il confronto con una commedia americana d’argomento affine, Prime, che pur nella modestia della qualità di scrittura e interpretazione aveva il merito di affrontare la contraddizione del divario generazionale con le risate, ma anche con una ragionevolezza qui assente. Sarà che nella sofisticata Francia si tema di passare per bigotti a suggerire un po’ di buon senso o che, come spesso accade oltralpe, una buona idea finisce per essere preda di un plot che diventa sempre più frenetico a discapito dell’approfondimento di temi e caratteri. Anche così 20 anni di meno resta un prodotto piacevole, almeno due spanne sopra, per brillantezza e ritmo, ad equivalenti italiani tipo Viaggio sola.,Laura Cotta Ramosino