Una nuova versione di Romeo e Giulietta in cui a separare gli amanti sfortunati non è l’odio tra due famiglie, ma addirittura una legge della fisica che nessuno si sognerebbe di mettere in discussione. Il Mondo di Sopra, ricco, luccicante e sfruttatore, e quello di Sotto, povero, sfruttato, buio, piovoso come quello di Blade Runner, si guardano costantemente, costituendo in un certo senso il cielo l’uno dell’altro (anche se a dire il vero per un vero e proprio cielo, in questa cosmologia fantasiosa lo spazio non c’è, se non tra le montagne solitarie dove i mondi e i due amanti si sfiorano). ,Upside Down ha dalla sua una premessa veramente intrigante che offre al regista (e sceneggiatore) Jan Solanas l’occasione di sbizzarrirsi in ambientazioni magiche fantastiche (lo scenografo è lo stesso di Minority Report), come l’edificio della malvagia Transworld Corporation (le corporation sono cattive in tutti gli universi e questo è un assioma di tutto il cinema contemporaneo, più forte anche delle leggi della fisica), che ha i piani numerati verso l’alto e verso il basso e un piano 0 dove gli impiegati dall’una e dall’altra parte si guardano senza nemmeno un soffitto di mezzo, come in un quadro di Escher.,O come il Cafè Dos Mundos, dove coppie avvinghiate danzano il tango su una doppia pista da ballo attorno ad un lampadario, e dove i due amanti si danno appuntamento complice una cintura imbottita di “materia inversa” che permette ad Adam di aggirarsi impunemente nel mondo di Sopra (almeno finché, a causa di un’altra legge della doppia gravità, i vestiti non gli prendono fuoco).,Eden-Giulietta è un personaggio un po’ evanescente, che perde e riacquista la memoria più o meno come fa comodo al regista, mentre Adam-Romeo è un geniale inventore che inventa creme antietà ed elabora preparati che annullano la gravità stessa.,I due protagonisti sono la sempre bellissima Kirsten Dunst, che qui o gioca con gli origami o è costretta a spalmarsi su un soffitto di roccia per baciare il suo innamorato, e Jim Sturgess, che di amanti sfortunati se ne intende dai tempi di Across the Universe, e che conquista un alleato nel mondo di sopra regalando francobolli.,Inutile dire che gli sviluppi della trama, che procede più per accumulo che per logica vera e propria, risultano a volte un po’ inconsistenti, ma non si riesce a fare a meno di tifare per la determinazione testarda del povero Adam, pronto a rischiare la vita, la libertà e tutto se stesso anche solo per passare un’ora con la donna che ama e che neppure si ricorda più chi è lui.,Un inno plateale e senza ironia (ma forse questa è l’unica strada percorribile) all’antica massima che “L’amore vince tutto” , il film, dopo essersi un po’ perso dietro le inevitabili anche se un po’ improbabili analogie con la situazione socioeconomica mondiale, e a dispetto della tragicità dell’illustre modello shakespeariano, se ne va convinto verso un lieto fine semplice (forse semplicistico) ma alla fine non deludente.,Laura Cotta Ramosino