Nella Cecenia degli anni 90, l’invasione russa porta violenza e distruzione. Un padre e una madre vengono uccisi dai soldati: dei tre figli, il piccolo Hadji scappa con in braccio il fratellino neonato, la giovane Raissa si lancia alla loro ricerca. Con il piccolo entra in contatto una funzionaria dell’Unione Europea, che seppur con notevole impaccio – anche per la totale incomprensione linguistica e la diffidenza di Hadji – si porta a casa il bambino e bada a lui, cercando di capire cosa gli è successo. In parallelo scorre la storia di un ragazzo russo, prelevato un giorno per strada e addestrato con crudeltà a diventare suo malgrado una macchina di violenza e di morte.,Non poteva scegliere soggetto più lontano, il regista francese Michel Hazanavicius dal film (The Artist) che gli ha regalato in tutto il mondo premi, a cominciare dagli Oscar, e consensi pressoché unanimi. Se quel film muto era un’elegia nostalgica e divertente del cinema di altri tempi e dei suoi divi, con The Search – libero remake di Odissea tragica di Fred Zinnemann del 1948, cghe in originale si intitolava proprio The Search – siamo in un dramma credibile e durissimo, che sfocia a tratti nel film di guerra (ma sempre con in primo piano i drammi umani, non certo la spettacolarità); con una forte componente emotiva, quasi melodrammatica che fece storcere il naso a molti critici al Festival di Cannes 2014, in cui correva in concorso (senza contare l’ostilità della stampa russa presente alla rassegna). Hazanavicius si appoggia, come nel film precedente, sulla protagonista femminile Bérénice Bejo (che è anche sua moglie), ma giocando appunto su più storie e più ruoli (quella del giovane soldato, così forte da lasciare il segno, sembra amalgamarsi poco con il resto fino alla tragica “epifania” finale). ,Con grande capacità di tenere una materia incandescente e certo lontana dalle cose fatte in precedenza (prima di The Artist, la serie action comedy Oss 17), il regista confeziona un potente affresco storico quasi contemporaneo, attualissimo alle luci delle tensioni internazionali di inizio 2015 che vede la Russia ancora tristemente protagonista. Soprattutto mette in scena un dramma di persone sballottate dalla guerra e dalla violenza, in cui un bambino di nove anni cerca di prendersi generosamente cura del fratellino appena nato e poi di mettersi in salvo, e una ragazza fa di tutto per trovarli. Un dramma in cui emergono persone che si ribellano a quanto accade (oltre al personaggio della Bejo, quello di Annette Bening, che si occupa di un capo profughi) e all’ignavia di chi potrebbe fare e non fa (l’Europa non ne esce bene), e la tenacia di aggiustare quel che la guerra distrugge. Un film sanamente popolare, più che per festival e critici, per un pubblico che sa commuoversi di fronte ai destini di vittime innocenti tenacemente attaccate alla vita e ai rapporti che contano di più per loro.,Antonio Autieri

The Search
Le vicende di tre fratelli orfani nella Cecenia di fine anni 90 sconvolta dall’invasione russa.