Non è raro che la cucina abbia un ruolo importante in un film: preparare il cibo è una delle attività che permettono all’uomo di esercitare la propria creatività con soddisfazione, nonché strumento efficace per mettersi in rapporto coi suoi simili. Numerosi sono i titoli cui la presenza del cibo ha giovato e che si sono tramutati in spettacolo e gioia per lo spettatore (e ne citiamo solo alcuni: Big Night, Mangiare, bere, uomo, donna, Il pranzo di Babette). E anche Soul Kitchen del tedesco (di origini turche) Faith Akin parte nel migliore dei modi: un locale vasto e spoglio, ma con un suo fascino, alla periferia di Amburgo e una cucina fatta di cibi surgelati, scongelati e fritti in qualche maniera da Zinos, il suo proprietario di origine greca, per clienti che si contentano. L’equilibrio del bizzarro locale e del suo titolare vengono messi a dura prova dall’ufficio d’igiene, dagli ispettori delle trasse, da un avido speculatore immobiliare già compagno di classe di Zinos e dal fratello stesso di Zinos, Illias, un ladruncolo in libertà condizionata. Le liti familiari, il rapporto con una fidanzata che è in Cina per lavoro, il mal di schiena di Zinos, la musica soul e un nuovo cuoco seguace della “nouvelle cusine”, promettono avventure e divertimento; ma dopo un inizio scoppiettante il film perde gran parte delle proprie energie e trovate. L’accumulo di scene che vorrebbero essere divertenti maschera malamente la mancanza di una sceneggiatura credibile, il ricorso a trovate scontate (come l’uso involontario e collettivo di droga che trasforma la festa nel ristorante in un baccanale) rivela la debolezza della storia, che fatica a trovare un finale che non sembri un maldestro “deus ex machina”. Akin, già autore de La sposa turca, ha vinto con Soul Kitchen il premio speciale della giuria a Venezia 2009. Un premio che, a distanza di pochi mesi, appare già quanto mai benevolo.,Beppe Musicco

Soul Kitchen
Zinos ha un locale e una fidanzata; ma quando quest'ultima parte per la Cina, anche gli affari sembrano andare a rotoli.