Il suo nome non è paragonabile a quello di Steven Spielberg e Robert Zemeckis, e complessivamente la sua carriera è stata sicuramente inferiore. Ma alcuni dei titoli della filmografia di Richard Donner, regista e produttore americano scomparso a  91 anni il 5 luglio scorso, a Los Angeles, sono altrettanto memorabili di quelli dei due più celebri e prolifici colleghi.

Richard Donner nel 1979

Donner era meno geniale, più artigianale e mestierante. Il mestiere l’aveva conosciuto grazie alla lunga gavetta televisiva. Un quindicennio in cui il ragazzo nato a New York, nel Bronx, il 24 aprile 1930 dopo l’apprendistato con gli spot pubblicitari venne assoldato per una quarantina di serie, a volte anche solo per un episodio, potendo così farsi le ossa spaziando dal genere western a quello poliziesco o criminale, da quello bellico alla fantascienza, dallo spionaggio (anche in chiave comica) al filone processuale o a quello medico. Dall’inizio degli anni 60 al 1975 diresse infatti, tra gli altri, alcuni episodi di Perry Mason, Ai confini della realtà, Organizzazione U.N.C.L.E, Get Smart, Il fuggiasco, Cannon, Kojak e Le strade di San Francisco.

Con Bryan Singer, regista di Superman Returns, al Comic-Con di San Diego del 2006 dove Donner presentò la sua versione di Superman II

Il cinema, che pure l’aveva visto già negli anni 60 dietro la macchina da presa – tra una serie e l’altra – con tre film minori, lo cattura definitivamente nel 1976, quando dirige l’horror Il presagio con Gregory Peck. Ma il grande successo di pubblico arriva due anni dopo, con Superman, pellicola cult sul supereroe della DC Comics interpretato da Christopher Reeve in un film che poteva contare anche sul grande Marlon Brando. Ma quel film fu poi seguito da un’enorme delusione, per Donner: dall’inevitabile seguito Superman II (altro enorme successo) fu allontanato dalla Warner per divergenze produttive dopo aver girato ben il 75% delle riprese (e fu tagliata anche la prova di Brando, a causa di un altissimo cachet ormai considerato eccessivo). Di quel film furono poi recuperate le sequenze tagliate per un “Richard Donner Cut” di culto tra i fan della serie, uscito oltre 25 anni dopo, nel 2006.

Ma il nome di Donner è associato soprattutto a due grandi film degli anni 80 e poi a una fortunatissima serie poliziesca. I due film sono diversissimi tra loro. Il primo è Ladyhawke (1985, girato in Italia), rischioso e riuscitissimo mix di fantasy, avventura, film d’amore (con una punta di elementi pseudo storici su un medioevo inventato e implausibile, come andava di moda dopo Il nome della rosa), che evita miracolosamente il kitsch nella love story tra un uomo e una donna condannati a non incontrarsi mai in forma umana per un maleficio che scatta inesorabile all’alba e al tramonto e che li trasforma alternativamente in falcone e in lupo. Il secondo film, uscito pochi mesi dopo, è I Goonies (1985, da un soggetto di Spielberg), supercult di avventura diventato una pietra miliare del cinema per ragazzi e oggetto del desiderio di tanti registi che hanno cercato di emularne la formula di successo, semplice eppure irripetibile per motivi analoghi al film precedente: una certa aria di svagata innocenza, tipica dei film di quel decennio sottovalutato (che non a caso vide, tra i tanti, anche capolavori come ET o la saga Ritorno al futuro, dei già citati Spielberg e Zemeckis), era irriproducibile nei decenni successivi, più duri e “realistici” (anche se non mancano film felicemente debitori al capostipite, come – per citarne uno – Super 8 di J. J. Abrams del 2011). Film come I Goonies basterebbero a consegnare il nome del regista alla leggenda.

E invece Donner non si fermò. E in una filmografia che conta una ventina di titoli, fu anche regista di vari film interessanti, come la piacevole commedia S.O.S. fantasmi con Bill Murray (1988, ennesima versione moderna de Il cantico di Natale). Ma a lui si deve anche e soprattutto quella meravigliosa serie comico-poliziesca, che pure iniziava con toni anche drammatici, che fu Arma letale con la coppia Danny Glover/Mel Gibson: inizio di un bel sodalizio con Gibson, che cesellò il personaggio del poliziotto rimasto vedovo e con pulsioni suicide, e di una serie che film dopo film (il primo episodio è del 1987, cui ne seguirono altri nel 1989, nel 1992 e nel 1997) diventava sempre più comedy, grazie all’affiatamento di due caratteristi opposti in tutto e per tutto e all’innesto di altri personaggi come Joe Pesci e Rene Russo.

Dal sodalizio con Gibson derivarono altri due buoni film di Donner: la commedia in salsa western Maverick (1994), dove il divo faceva coppia con Jodie Foster, e il thriller action Ipotesi di complotto (1997). Niente di paragonabile, certo, ai suoi pochi ma grandissimi successi. Che bastano e avanzano per ritagliare un posto importante a Richard Donner nella storia di Hollywood.

Antonio Autieri

Nella foto grande: una scna de I Goonies (1985), tra i film più importanti di Richard Donner