Non è la prima volta che il Grande Fratello, inteso come show, arriva al cinema: dal memorabile The Truman Show, il più complesso e geniale film recente sulla televisione e sul potere dei mezzi di comunicazione, sono usciti diversi film sull’argomento: alcuni ad affrontare il tema in forma di commedia (Ed Tv di Ron Howard), altri ad accelerare sul versante horror (Contenders – Serie 7). La novità di Live! sta nel raccontare lo show e tutto ciò che ne consegue da un punto di vista interno, quello di un’autrice televisiva che assieme ai propri collaboratori architetta e mette in scena l’orrendo spettacolo. Non male, soprattutto nella prima parte, quando vengono messi a nudo i reali problemi di uno spettacolo del genere: problemi legali e non, ovviamente, morali. Guttentag, che ha alle spalle una serie di documentari e corti, ha l’idea di girare il film in presa diretta, ponendo in campo la figura di un regista che con la scusa di dover realizzare un film sulla realizzazione del programma televisivo del secolo, segue passo dopo passo le mosse strategiche della Mendes, la protagonista, efficace in una parte diversa dal solito. Scopriamo così non solo i vari personaggi che stanno dietro a uno spettacolo televisivo, dal regista agli autori in senso stretto, al produttore, all’ufficio legale, al marketing e, passo dopo passo, vediamo realizzarsi sotto i nostri occhi una versione “uncut” del programma che poi verrà tagliata dalla censura interna attenta a equilibrare i gusti dello spettatore. Carina l’idea di far assistere allo spettatore alla realizzazione dei profili biografici dei sei concorrenti pronti a rischiare la vita per 5 milioni di dollari: 6 profili per 6 tipi di pubblico ben delineati. C’è infatti il gay latino, il cowboy belloccio, etero e con problemi di denaro; il ragazzotto universitario innamoratissimo della sua cheerleader; l’intellettuale afroamericano; l’artista eccentrica e la ex spogliarellista che sogna Hollywood. Insomma, ci sono tutte le declinazioni del Sogno Americano, accompagnate da una camionata di sentimentalismo dolciastro e da un conduttore che in stile “Chi vuol essere milionario” lancia la sfida: chi non morirà diventerà plurimilionario. Più convenzionale nella parte strettamente dedicata allo show, in cui però, ed è terribile la sensazione, non manca l’adrenalina e la tensione quando il colpo è in canna, il film perde mordente nel finale, un po’ tirato via e troppo prevedibile, ma rimane una buona operazione, intelligente e critica senza essere banalmente qualunquista sui meccanismi della televisione e dello show business. Soprattutto, Live! descrive una realtà non così fantascientifica: il GF inglese non ha ancora sdoganato la roulette russa, ma la morte (di cancro) in diretta, quella, ahinoi, sì.,Simone Fortunato