L’ultimo film dei fratelli Taviani è un film coraggioso, almeno nelle intenzioni. Il tema è infatti forte e doloroso al tempo stesso: girare un film su un genocidio dimenticato, quello del popolo armeno massacrato dal regime turco. Ma non sempre le migliori intenzioni rendono migliore il cinema. E così, La masseria delle allodole è un film che non convince e anzi annoia alquanto. Colpa di una messinscena povera e di una recitazione spesso inadeguata. Il cast internazionale appare poco amalgamato se non sbagliato. Attori francesi (André Dussolier) nei panni di capitani turchi, attrici spagnole (Paz Vega) a interpretare donne armene; Alessandro Preziosi nei panni di un ufficiale turco… ma più di tutto è il taglio del film, molto piatto e televisivo a rendere il film poco coinvolgente. I Taviani, registi colti e capaci di grandi affreschi, ma anche di battute d’arresto all’insegna di un certo manierismo, girano un film vecchio e datato; mostrano dei limiti, forse anche dovuti alle difficoltà linguistiche, nella direzione degli attori, allestiscono una messinscena che lascia parecchio perplessi sopratutto per quanto riguarda la costruzione delle scene d’azione. Il risultato è un film freddo che non riesce a trasmettere il pathos di cui pure il romanzo di partenza di Antonia Arslan era ricco. Un’occasione perduta.,Simone Fortunato
La masseria delle allodole
Turchia 1915. Il genocidio degli Armeni attraverso la vicenda dolorosa della famiglia Aviakan.,