Dopo aver vinto a Cannes con il controverso “Fahrenheit 9/11” nel 2004, esce ora nei cinema il nuovo film/documentario di Michael Moore. “Sicko”, che unisce le parole “malato” e KO in inglese, è ancora una specie di “Davide contro Golia”, nel quale questa volta Moore mostra come la nazione più potente del mondo sia solo al 38mo posto (dietro la Slovenia) per l’assistenza sanitaria ai suoi cittadini. Più di 50 milioni di Americani non possono permettersi una copertura assicurativa per le malattie, ma anche chi è assicurato rischia di aver speso i suoi soldi invano, vista l’enorme quantità di eccezioni sollevate dalle compagnie. Dopo una panoramica di casi gravi e drammatici di persone che hanno perso i loro cari perché non potevano permettersi le cure o che tirano avanti sapendo che una cura esiste ma non se la possono permettere, Moore sfodera la sua ironia facendo un paragone tra gli Stati Uniti e altri paesi (Francia, Inghilterra, Canada) nei quali l’assistenza sanitaria statale è totalmente gratuita e non penalizza i medici che lavorano per essa. Gli esempi sono numerosi, divertenti e illuminanti. ,Come suo solito, Moore non risparmia i colpi bassi: a un certo punto imbarca un gruppo di ex-volontari dell’11 settembre (che si sono ammalati respirando i miasmi delle Torri Gemelle ma non essendo pompieri o militari non hanno diritto alle cure) e cerca di entrare nella base USA di Guantanamo (dove i terroristi di Al-Qaeda se malati vengono interamente assistiti). Non riuscendo ovviamente a entrare, Moore vira verso Cuba, dove i malati trovano assistenza gratuita e specializzata, nonché medicinali a prezzi irrisori. Moore non si ferma qui e mostra anche l’origine della discutibile scelta di garantire l’assistenza attraverso le compagnie di assicurazione, facendo ascoltare un colloquio dell’allora presidente Nixon, e con alcune testimonianze dimostra come la logica del profitto di tali compagnie ormai passi sempre più spesso sopra le esigenze del malato. ,Meno “presenzialista” che in altri suoi film, questa volta Moore risulta anche molto più convincente in un film carico di sarcasmo e di momenti anche drammatici, ma condito con uno humour capace spesso di fare anche sorridere lo spettatore.,Beppe Musicco,

Sicko
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