E’ un passo indietro deciso rispetto ai grandi film – fumetto degli ultimi anni questo I fantastici quattro. Niente a che vedere quindi con vari Hulk, Spiderman(soprattutto il secondo) o Batman Begins, veri piccoli capolavori del cinema dell’identità (anche da un punto di vista psicanalitico). Al film diretto da Tim Story, manca paradossalmente, proprio una storia e un cattivo che sia credibile, ipnotico, anche divertente (come l’Alfred Molina – Doctor Otto proprio in Spiderman 2). Qui invece, complice anche un cast i cui volti si dimenticano appena usciti dal cinema, tutto appare a una sola dimensione: quella degli effetti speciali, del resto inferiori a film del genere. Da un punto di vista narrativo il film stenta e anche parecchio: impiega troppo a “partire”e il cattivo (spesso vero e proprio motore dell’azione drammaturgica) diventa tale a metà film e viene eliminato frettolosamente. E poi, i personaggi non sono trattati in maniera approfondita: al di là di qualche piccolo accenno metacinematografico (l’uomo torcia che grazie ai suoi imprevisti poteri diventa una sorta di star hollywoodiana con tanto di autografi e fans), il tutto scivola via senza sussulti, tra molte marche e etichette come se fossimo all’interno di un lungo e superficiale spot televisivo.,

Simone Fortunato