Un poliziotto deve liberare una famiglia da una banda di ricattatori. Ma la situazione si complica ben presto…,Pessimo poliziesco prodotto dalla Cheyenne dello stesso Willis e diretto da Florent Emilio Siri, già autore del diseguale ‘Nido di vespe’. Un uomo e un passato che affiora. Willis, diventato capo della polizia locale (una sorta di vigile urbano) di una cittadina della provincia californiana ha un passato che non riesce a mandare giù. L’uccisione di un bambino durante un’operazione di salvataggio un anno prima quando era negoziatore per la SWAT (le teste di cuoio losangeline). Il passato, con la faccia di tre banditi che quasi per scherzo rapiscono la famigliola di un contabile della mafia. Tutto già visto, scene d’azione comprese, nonostante l’ampio uso di effetti speciali e sonori messi in atto dalla produzione. Il passato che riaffiora, il poliziotto in crisi, il riscatto inevitabile. Tutto già visto. Il che non sarebbe un male se si tiene conto della scarsa elasticità di un genere come quello poliziesco. Ma quel che urta è altro: è la grossolanità con cui viene allestito lo script e soprattutto con cui vengono presentati i personaggi (soprattutto la banda dei cattivi), poco credibili da un punto di vista psicologico, meno ancora da un punto di vista narrativo (quale il movente della rapina in villa ? Basta l’avversione atavica per i ricchi e il desiderio di un’auto lussuosa ?). Il resto è un disordinato accostamento di espressioni da duro del peggior Willis, risposte a monosillabi e tanto sangue, esibito in maniera eccessiva e gratuita. Era proprio necessario mostrare in apertura il cadavere di un bambino, con la bocca immersa nel sangue ?. C’è modo e modo per rappresentare la morte e il dramma. Un bambino lavato nel sangue non fa ormai particolare impressione. E’ semplicemente un modo immorale. ,Simone Fortunato,