Al Festival di Venezia, dove fu presentato in gara nella sezione Giornate degli autori, le fan dell’ex Harry Potter Daniel Radcliffe erano in delirio. Ma le immaginiamo poi scioccate nel vedere l’ex tenero maghetto occhialuto impegnato a fare sesso con uno sconosciuto rimorchiato in un bar fumoso, oltre che a consumare le droghe più fantasiose per trovare la vena artistica. Doveva essere la sua consacrazione in un film “arthouse”: diciamo che il film d’esordio di Jonh Krokidas, un mix di didascalismo letterario e anacronistica provocazione, è più che altro uno Shakespeare in love della beat Generation, condendola con un po’ di noir e momenti di invenzione letteraria a base di stupefacenti. ,Allen Ginsberg, Jack Kerouac e William Burroughs, qui per il vero sembrano spesso la caricatura survoltata dei giovanotti de L’attimo fuggente: nella pellicola, infatti, ci sono evidenti, per non dire pedestri, richiami a quella pellicola, dall’invito a strappare pagine di libri simbolo della cultura tradizionale (indipendentemente, si direbbe, dal loro valore artistico) fino all’opposizione all’involucro formale cui il messaggio artistico classico poneva attenzione pari a quella dedicata al contenuto. Quindi niente sonetti, perché la metrica è la scorciatoia delle anime banali, mentre gli stupefacenti diventano l’autostrada dei veri artisti… ,Che si tratti di un’operazione più furba che onesta è evidente. Ne è prova da un lato la scelta di un protagonista che più mainstream non si potrebbe (salvo che il materiale escluderebbe ragionevolmente dalle sale la maggior parte del suo pubblico di riferimento), così come dall’accumularsi di cliché sulla vita della bohéme controculturale. Dall’altro pure la necessità di condurre il pubblico (che evidentemente si presuppone fornito di poca cultura storica e letteraria) nel bildungsroman ginsbergiano con indicazioni così pedanti da risultare un po’ ridicole, tanto sulle sue preferenze sessuali (dai riferimenti ammiccanti a Rimbaud, agli arresti di coppie omosessuali nei locali) che sulle questioni più prettamente letterarie. Finisce che Ginsberg, Kerouac e Burroughs assomigliano più alla versione “Bignami” di se stessi che a personaggi veri.,Qui, si capisce, la strada è simile a quella intrapresa, con risultati altrettanto imbarazzanti, da On the Road; anche lì il potenziale ostico di un romanzo che, al di là dei meriti letterari, è probabilmente tra quelli più amati dai non-lettori, era tamponato dalla presenza di bei giovanotti e dalla divetta di Twilight. Qui, almeno, tra gli interpreti se la cava ottimamente Dean DeHaan (al suo attivo Chronicle, film di supereroi adolescenti e cattivelli in stile Blair Witch Project) ma anche il televisivo Michael C. Hall (nei panni dell’ex amante respinto e poi assassinato), mentre Radcliffe resta di sicuro la scelta di cast artisticamente più discutibile. Il problema più grave, però, è che le bravate del gruppetto vanno a confondersi con le ormai migliaia di imitazioni fatte da epigoni di minor talento, poi di fatto metabolizzate e sfruttate proprio da quella società dei consumi che in origine erano destinate a demolire. ,Sarà per questo che il film prende una direzione più interessante quando si tinge di nero con l’omicidio, ad opera di Lucien Carr (l’astuto manipolatore oggetto del desiderio di Ginsberg) di un ex amante infelice e troppo invadente e il relativo processo, che mette finalmente a nudo la natura dei rapporti interni al gruppo e scatena la diaspora. Ginsberg però nel frattempo ha scoperto il suo talento, e allora chi lo ferma più? Poco male la cacciata dal bastione borghese dell’Università, tanto la cultura vera si trova tra porti e angiporti. In un mondo in cui all’Università i corsi di poesia classica (quella in metrica contro cui i nostri “giovani ribelli” si scagliano con tanto vigore) sono stati sostituiti da quelli sugli zombie, forse la Beat Generation avrebbe meritato un omaggio insieme più critico e più approfondito.,Laura Cotta Ramosino

Giovani Ribelli
New York, 1943. Il giovane Allen Ginsberg entra all’università e incontra qualcuno che cambierà profondamente la sua vita e lo trasformerà in un artista