Il film di Saverio Costanzo ha pregi indubbi. Una precisione formale, una cura della messinscena anche molto rigorosa, un’attenzione nella gestione degli interpreti. Insomma: Costanzo ci pare un regista serio, che, pur molto giovane, cerca di portare avanti una certa idea di cinema rigoroso e sobrio. Il suo film precedente, “Private”, sul conflitto israelo-palestinese rappresentato tra i muri di una casa palestinese occupata, è interessante e merita di essere visto.,Meno riuscito ci sembra (ma è comunque da vedere, quanto meno per un sano confronto) il suo secondo film, “In memoria di me”: un film alquanto ideologico almeno nella misura in cui si cerca di ridurre la Chiesa al comportamento discutibile di alcuni suoi esponenti. Ma anche da dal punto di vista della mera riflessione laica sull’esistenza e sulla fede, quello che più lascia perplessi e “angosciati” è l’isolamento dell’uomo di fronte a Dio e alla Fede, come se la fede fosse più un problema da gestire privatamente che non un dono da giocarsi pubblicamente.,Da questo punto di vista il film è lontano dalla realtà della Chiesa Cattolica (che viene rappresentata maliziosamente come una delle tante chiese protestanti, o peggio come una setta) e dall’immagine di Cristo compagno dell’uomo: per ignoranza? Per malafede? Certo è che, per chi è addentro a tale realtà, il film suona falso e artificioso. Nel seminario veneziano dove è ambientato il film tutti sono assolutamente e desolantemente soli, slegati da un mondo da cui sembra essere scappati, ma soli anche di fronte a Dio che non c’è tra quel grigiore diffuso che occupa tutto il seminario. È il grigiore del dubbio che annebbia e che rende ancora più soli. Anche il silenzio che regna sovrano per gran parte del film, non è il silenzio sacro e pieno di significato e di domande di un film come “Il grande silenzio”, ma è il silenzio di chi è solo e smarrito con se stesso. ,Che cosa rimane quindi da valorizzare nel film? Che si tratta di un film che si pone degli interrogativi (pur senza provare a dare una risposta). E sono domande grandi: chi sono io? Che cosa è il mondo? Qual è la mia vocazione? In questa chiave, risulta interessante può sollevare domande e accendere riflessioni più importanti e definitive del film stesso.,

In memoria di me
Andrea è un giovane che cerca risposte alle sue domande esistenziali. Le cerca in un convento, convinto che il silenzio e la meditazione spirituale lo possano portare alla verità, grazie alla fede. Ma i dubbi lo tormentano, come accade ad altri novizi. Uno di questi, Zanna, decide per la ribellione. E anche Andrea sarà tentato di scappare…,