Solido film ‘indie’ (indipendente) scritto e diretto da una regista esordiente che con un’unica idea e un pugno di attori, tutti peraltro bravissimi, rappresenta il volto ferito di un’America povera, dolorosa e, forse, disperata. Lo spunto è semplice e vero al tempo stesso: una famiglia con una madre lavoratrice part time e un padre col vizio del gioco (letteralmente scomparso), vive in gravi ristrettezze in una catapecchia. Il più grande dei due figli vorrebbe dare una mano, ma il primo vero investimento è la scuola, lo riprende ragionevolmente la madre. E allora la capofamiglia deve fare il doppio del lavoro: e quando non lavora e non è in giro a vuoto a cercare il marito, deve contrattare l’ennesima dilazione per potere pagare i debiti. Alla fine, sull’orlo della disperazione accetta di accompagnare una giovane nativa Mohawk impegnata da tempo nel business del trasporto di clandestini. Sarà l’inizio della fine. Film duro, con uno squarcio di positività nel finale, Frozen River racconta con uno stile sobrio e senza fronzoli, attraverso soprattutto il volto segnato delle due splendide protagoniste (Melissa Leo, caratterista di lungo corso ha avuto per questo ruolo una sacrosanta nomination agli Oscar) le ferite di una Nazione quasi immobilizzata nel dolore e nell’angoscia di non poter arrivare a fine mese. Qualcuno oltreoceano ha già definito Frozen River il primo film sulla grave crisi economica in corso: in effetti, stile realistico, paesaggi (tristi, grigi, ghiacciati) dal vivo, scenari abitativi desolanti (una sala da bingo; una roulotte; una catapecchia) ci rimandano dalle parti del potente realismo made in Usa dell’immediato Dopoguerra, con una grande e significativa differenza. Che se in Furore di Ford il sogno americano era la Terra Promessa, la California, nel film della Hunt il sogno per cui si può pregare a Natale è, semplicemente, una casa decente e un mutuo onesto.,Simone Fortunato

Frozen River
Al confine tra lo Stato di New York e il Canada due donne con gravi problemi di soldi si ritrovano invischiate nel commercio di clandestini.,