Piccolo gioiellino di pulizia e speranza diretto da un figlio d’arte (il Nick Cassavetes di John Q e She so Lovely, figlio del grande John Cassavetes) e interpretato da due grandi vecchi del cinema americano, James Garner e Gena Rowlands; ma sono molto bravi anche i giovani Ryan Gosling e Rachel McAdams. Storia semplice ma efficace: per intrattenere in un ospizio una donna seriamente malata – che non ricorda ormai più nulla, tranne una musica di Chopin che ama molto – un vecchio racconta la storia di un amore lontano, con protagonisti due ragazzi, Noah, giovane falegname della provincia americana e Allie, splendida ragazza di città, ultima discendente di una famiglia facoltosa. I due ragazzi si incontrano e si innamorano in una notte d’estate. Condividono tutto e si vogliono un bene del diavolo durante una vacanza che sembra non finire mai. Ma il destino beffardo, con la complicità di una madre severa, farà naufragare il tutto.

C’è dentro un “per sempre”, in questa storia d’amore e ricordi di vecchio stampo, interpretata con garbo e diretta con commozione da un figlio che in ogni inquadratura non nasconde l’amore e la gratitudine per la madre (Cassavetes e la Rowlands sono nella vita, figlio e madre). C’è il desiderio che non finisca mai questo rapporto così vero tra Noah e Allie, Romeo e Giulietta del profondo Sud americano. Che non si disperda mai il ricordo di un incontro di bellezza e di verità. E in effetti non si disperde. Non sul campo di battaglia della II guerra mondiale, quando Noah ha in mente solo lei nel fango della trincea, fianco a fianco con i cadaveri. Non nello studio al college, che Allie frequenta nella lontana New York. La vita continua nel dolore e nelle gioie, nella piccola routine quotidiana e nelle più alte imprese, pervasa da un’attesa che il Destino possa restituire ciò che ha tolto con violenza. Che la promessa di senso e di bellezza che si cela in un mondo anche cupo, sia finalmente mantenuta. Un melodramma commovente, che evita il facile sentimentalismo, non nascondendo i dolori più grandi (tutta l’ultima parte centrata sulla malattia di lei) ma mai rifiutando la possibilità del miracolo (“La scienza interviene fino a un certo punto, poi interviene Dio”, dice James Garner di fronte a uno scettico dottore) e affermando con forza la certezza di un senso in questa struggente, arida terra.

Simone Fortunato