Una strana e sgraziata creatura verde vive a due passi dal paese di Chissarà, solitario nella sua casa in compagnia solo del suo cane: è il Grinch. Sta arrivando il Natale, festa che lui odia (c’entra il suo passato da orfano): e stavolta, in paese hanno deciso che faranno le cose ancora più in grande… Più luci, più feste, più gioia: insopportabile per il Grinch, che decide allora di rovinare la festa a tutti gli abitanti che si stanno preparando, tra buoni sentimenti, regali e canzoncine melense… Come? Travestendosi da Babbo Natale (con tanto di renna catturata per l’occasione) e rubando tutti i regali e le decorazioni festose… Ma Candy, una bambina che ha perso la lettera per Babbo Natale (in cui chiede solo un regalo: aiutare la sua mamma, sola con tre figli), stravolgerà insieme ad alcuni suoi amici i suoi piani criminosi.
Dopo un bel corto con i Minions protagonisti (una “grande fuga” esilarante), vediamo dipanarsi la nuova versione del Grinch, che segue il (brutto) film con Jim Carrey del 2000. Decisamente meglio l’animazione del film live, come tecnica per adattare la storia tratta dal celeberrimo racconto illustrato del Dr Seuss (vero nome: Theodor Seuss Geisel), i cui personaggi sono spesso arrivati al cinema (come Ortone e Lorax). Piuttosto, la storia potrà ricordare anche Nightmare Before Christmas di Tim Burton (arrivato dopo Seuss, però…), e forse perfino alla lontana anche il cattivo natalizio per eccellenza: Ebenezer Scrooge del Canto di Natale scritto da Charles Dickens.
Gli elementi base del nuovo Grinch, comunque, sono gli stessi del film diretto nel del 2000 da Ron Howard, e sono anche un po’ stucchevoli: viene da pensare – come per tante commediole natalizie americane – che se il Natale è solo questa fiera dei buoni sentimenti, non può che stare sui nervi a persone dotate minimamente di senno. E anche la moralina che anche senza i regali – che il Grinch porta via – gli abitanti del paese siano sono contenti e non perdono lo “spirito natalizio” può piacere agli infanti (ma speriamo di no…), di per sé è stucchevole e retorica. Ma il personaggio di Candy e la segreta tristezza del Grinch, orfano dal passato solitario e triste, rendono la storia più interessante: è la solitudine il vero nemico del Grinch; e l’amicizia con Candy (gran bel personaggio) ma anche l’affetto del cane Max sono la chiave di volta del cambiamento di questo “cattivo” che poi – ovviamente – tanto cattivo non è. E quell’invito finale a cena, ammettiamolo, rischia di emozionare anche una pellaccia…
Visivamente il film si fa apprezzare, per colori e qualità dei “disegni” e dell’animazione, in questa produzione della rinomata casa di produzione Illumination di Chris Meledandri (quella di Cattivissimo me e appunto dei Minions); nonché per una buona dose di umorismo e, appunto, anche per una certa tenerezza. Non si arriva ai livelli di profondità di Ortone e il mondo dei Chi, ma il risultato è soddisfacente per i bambini, e così pure per chi li accompagna. Quanto alle voci, nella versione originale il Grinch è doppiato dal grande Benedict Cumberbatch. Ma anche il “nostro” Alessandro Gassmann, voce italiana del personaggio, se la cava benone.
Antonio Autieri