Carlos, dirigente di banca deciso e spregiudicato, esce di casa con i due figli da portare a scuola. Lo aspetta una lunga giornata di lavoro, ma una situazione non facile con la moglie lo porta a fare qualcosa che di solito non toccherebbe a lui. In macchina squilla un telefono, che non è il suo: sul display compare la parola “Desconocido”, ovvero “sconosciuto”. Un numero nascosto, insomma. E l’interlocutore vuole rimanere misterioso, per poter spaventare Carlos. Sull’auto c’è una bomba – dice – che esploderà se lui o i figli proveranno a scendere dall’auto o a chiedere aiuto. Per evitare la morte, il direttore deve far effettuare subito un bonifico trasferendo tutti i suoi soldi in favore del ricattatore. Il motivo: l’uomo è stato frodato, per responsabilità di Carlos che ha danneggiato tanti clienti con investimenti in titoli tossici. Ora lo “sconosciuto” vuole vendetta. E non solo la cifra di cui Carlos dispone, ma poi anche una ben più considerevole somma a rimborso di tutti i danni arrecati. Ma la minaccia è vera o un bluff? Il misterioso uomo al telefono sembra sapere il fatto suo, e soprattutto pare conoscere tutto della vita di Carlos. Nonché di riuscire a osservarlo a distanza in ogni suo movimento. E a convincere definitivamente il povero funzionario di banca, ci si mette la sorte di un collega diffidente che ha ricevuto la stessa telefonata…
Opera prima regista spagnolo Dani de la Torre, finora apprezzato regista pubblicitario, Desconocido – Resa dei conti è stato apprezzato dalla critica alla Mostra di Venezia 2015 e poi è diventato un caso in Spagna, dove è stato candidato ai premi nazionali Goya in ben 8 categorie (tra cui regista esordiente, produzione, sceneggiatura – dell’italiano Alberto Marini, ormai trasferitosi in Spagna – e attore protagonista per l’ottimo Luis Tosar) per poi però vincere due premi tecnici ma significativi come il miglior sonoro e il miglior montaggio. E in effetti il montaggio è frenetico e adrenalinico in questo film angosciante e ben fatto (che ricorda film americani come Speed o In linea con l’assassino, ma anche un po’ il recente e bellissimo Locke), che prende lo spettatore dall’inizio in una spirale senza apparente via di uscita. Un film che mescola thriller, azione – alcune scene di inseguimento con la polizia, che a un certo punto insegue Carlos pensando a un rapimento dei due bambini – e dramma: perché Desconocido è anche un duro atto d’accusa sull’avidità delle banche e in generale dell’uomo (l’operazione truffa è stata condotta con freddezza e senza alcuno scrupolo da Carlos, che sapeva di frodare i correntisti). Eppure, in un film che nel finale rischia di sgonfiarsi un po’ come sempre quando si passa da un mistero totale al suo possibile “disvelarsi”, c’è spazio anche per un positività non retorica e toccante, nei rapporti di questo padre sbagliato – con un matrimonio ormai a pezzi e sul punto di perdere tutto quel che ha, dignità compresa – con i due figli, che all’inizio del viaggio sembrano indifferenti o ostili. E che invece sapranno sorprenderlo, con il loro coraggio e la loro dedizione che somiglia tanto a un perdono.
Antonio Autieri