Discreto horror belga che lavora con intelligenza e con un certo gusto cinefilo con il poco, pochissimo che ha. Un pugno di attori di cui molti giovani e giovanissimi; un bosco in cui è ambientata gran parte della vicenda, l'ottima colonna sonora di Steve Moore che omaggia in tanti momenti le musiche dei Goblin. Quello dell'esordiente belga Jonas Goaverts è quello che si chiama horror derivativo: non c'è una sequenza infatti che non rappresenti in qualche modo almeno un'eco lontana di certo cinema. Qui la fa da padrone il thiller-horror argentiano, almeno l'Argento degli inizi fino a Suspiria di cui proprio un protagonista ha la musichetta come suoneria del telefono. Un piccolo gruppo di scout fanno una scampagnata guidata da tre ragazzi. Le cose si mettono male sin dall’inizio: i loro capi infatti si devono contendere con due villani del posto il campo in cui bivaccare. Per non venire alle mani con i due stolidi ragazzotti, i capi scout decidono di addentrarsi nella foresta. Saranno dolori. ,Nei poco più di 80' minuti Goaverts (che per questo film ha vinto il premio per la miglior regia al Sitges, un importante festival di settore) gioca continuamente con lo spettatore. Dapprima lavorando bene sulle ambientazioni spettrali e su inquietanti personaggi di contorno, poi concentrandosi sul gruppuscolo di scout, giovanissimi e spaventati dai racconti gotici che, alla luce di un piccolo fuoco, le loro tre guide imbastiscono: un po' per scherzarci su, un po' per mettere alla prova i ragazzini e per saggiarne il coraggio. Poi le cose si complicano e, per un crudele scherzo del destino, le fantasie diventano cruda realtà. Govaerts mantiene ritmo e tensione per più di metà film, combina tanti generi e sottogeneri diversi (gotico, gore, splatter e horror classico) e se la gioca bene dal punto di vista narrativo con una moltiplicazione dei punti di vista delle vittime che disorienta il pubblico e rende ancora più efficace e vera la paura. Soprattutto, dimostra di possedere un bello stile e il dono della sintesi (85 minuti per un horror come per qualsiasi altro film sono una manna dal cielo). Peccato solo che alla resa dei conti, con lo svelamento del “mostro” e dei possibili moventi, il film mostri tutta la propria fragilità in termini di logica narrativa e si perda in un finale frettoloso e poco convincente.,Simone Fortunato,

Cub – Piccole prede
Un gruppo di scout si accampa nei boschi quando cominciano a succedere strani avvenimenti.