La tendenza italiana a sottolineare il tema dell’amicizia nella traduzione dei titoli francesi (Troppo amici, Quasi amici, Cena tra amici, Piccole bugie tra amici) è abbastanza irritante ma, forse, non del tutto fuori luogo: il tema dell’amicizia (e, più in generale, la coralità) ha infatti sempre più spesso un ruolo centrale nella commedia francese moderna.,Barbecue, pur conservando il titolo originale, non si sottrae di certo a questa vocazione. Qui come altrove, il rito di un pasto quotidiano è il contesto ideale in cui si manifestano le interazioni tra amici: un barbecue all’aperto è l’occasione in cui facciamo conoscenza del protagonista Antoine e della sua compagnia, e nel corso del film non vediamo quasi mai tutto il gruppo riunito, se non attorno a una tavola. ,La vicenda principale, cioè una sorta di crisi di mezza età di Antoine, sarebbe l’evento che, nel bene e nel male, rompe l’equilibrio delle relazioni all’interno della compagnia. Questo spunto è sviluppato in modo un po’ caotico, e la risoluzione finale di tutte le questioni fatte emergere dal protagonista è fin troppo semplice e scontata.,Molto più interessante, rispetto al ritratto psicologico di Antoine, è il racconto delle scaramucce tra amici che si conoscono da una vita e, a dispetto delle reciproche differenze, ogni anno passano le vacanze insieme: c’è la gara a chi si prende la stanza più bella, la scelta di chi va a far la spesa, le discussioni sugli itinerari migliori da seguire. E poi, ancora, piccoli avvenimenti quotidiani tutti europei, come la disperazione per l’impiego di uno Chateau Petrus dell’89 per una sangria, la visita a una cattedrale, la registrazione di una partita di calcio, una vacanza dedicata al mangiar bene.,È un film su un gruppo, quindi, più che su un singolo; pur senza essere ambizioso e riuscito quanto altri titoli sopracitati, è piacevole grazie alla simpatia della compagnia di amici che mette in scena.,Maria Triberti ,