Un istruttore delle forze speciali deve cercare nei boschi un killer psicopatico (da lui istruito ai tempi della guerra in Bosnia), che uccide senza motivo seminando il terrore.,Un grandissimo regista (“Il braccio violento della legge”, “L'esorcista”), un bruttissimo film, al cui confronto il primo “Rambo” è un capolavoro di misura. Niente ci viene risparmiato: scene di guerra in Kosovo con massacri di musulmani a opera dei Serbi, addestramenti mimetici in cui sui impara a squartare con qualsiasi mezzo a propria disposizione, bucolici scenari nei boschi dove si mostra come salvare innocenti animali dalle perfide trappole dei cacciatori, lezioni su come costruire affilatissimi pugnali partendo da pietre e rottami metallici. E poi duelli all’ultimo sangue, arti spezzati, sbudellamenti vari. La morale? Che l’unico modo per salvarsi dalla pazzia è il ritorno alla natura, possibilmente in solitudine e a nord del Circolo Polare Artico (tanto per raffreddare i bollenti spiriti). E due ottimi attori che si sforzano di dare un minimo di dignità a personaggi di assoluta inconsistenza. Vorrebbe probabilmente essere un film contro la guerra e la violenza, in realtà l’unico violentato è lo spettatore, che rimpiange i soldi del biglietto.