Anche se l’argomento può risultare un po’ estraneo nel nostro paese, dove la maggioranza degli scommettitori si rivolge alla schedina, il film è interessante, e per più di un motivo. Innanzitutto la descrizione di quel misto di ambizione e orgoglio ben rappresentate da McConaughey: uno che, fallita la carriera sportiva, si accontenta all’inizio di starsene in un cubicolo a registrare cassette con consigli sulle partite, ma che presto realizza che l’esperienza sul campo e il fiuto sul gioco hanno un valore che lo rendono degno di attenzione. Ma ancora non capisce quanto potrebbe valere, fino a quando Al Pacino non gli svela il mondo degli scommettitori, gente che è convinta, puntando, di poter cambiare vita e arrivare alla ricchezza. Ma soprattutto vedere come Pacino “ammalia” il giovane talento è veramente esemplare e classico al tempo stesso: lo rinomina “L’uomo da un milione di dollari”, gli fa conoscere il lusso, i bei vestiti, le macchine sportive, le dimore eleganti; gli dà il posto d’onore davanti alle telecamere e lo fa sentire l’uomo più importante del sistema (una seduzione che ricorda, per certi versi, quella de ‘L’avvocato del diavolo’). E qui viene fuori la mostruosa abilità di Pacino, che dopo i 60 anni è capace ancora di infilare una serie di film in cui brilla di luce propria (‘Insomnia’, ‘Ogni maledetta domenica’, ‘Insider’, ‘Il mercante di Venezia’). ‘Rischio a due’ è un film sull’illusione, un modo dove tutto è, per ammissione del protagonista, “un gioco di fumo e di specchi”, e come tale, basta poco perché l’incantesimo si spezzi e la realtà si dimostri in tutta la sua crudeltà.,

Rischio a due
Un giocatore di football (McConaughey) vede la sua carriera interrotta a causa di un infortunio. Inizia allora a collaborare con una linea telefonica a pagamento che dà consigli a chi scommette. La sua affidabilità fa sì che venga notato dal proprietario di un canale satellitare dedicato alle scommesse (Al Pacino), che lo vuole con sé.