Remake in salsa apocalittica di Sentieri selvaggi: la storia è la stessa; stessa la ragazzina, stesso l'eroe macerato dai dubbi (la salvo o non la salvo?); a cambiare sono i nemici che da indiani diventano vampiri. Stewart, dopo il gioco paradossale di Legion in cui arcangeli buoni e cattivi se le davano di santa ragione, riprende lo stesso protagonista (Bettany, sprecato in ruoli del genere) e lo schema del western classico. C'è infatti la frontiera che in un mondo post apocalittico sembra presa di peso da Mad Max; ci sono i tipi e le situazioni fisse del western, compreso un giovane sceriffo. Si aggiunge soltanto, con l'ausilio di una voce fuori campo, una cornice fantasy in cui si tira in ballo il conflitto senza tempo tra Bene e Male, con il Bene che riesce a primeggiare grazie al soccorso tempestivo di preti forzutissimi e tostissimi che fanno a pezzi i vampiri. Poi, però l'Ordine viene sciolto dalla Chiesa e tutto va a catafascio, prima dell'arrivo del nostro eroe. L'idea di preti killer, spietati e crudeli con i cattivissimi non è da prendere troppo sul serio, e tuttavia è un'idea e poteva essere portata avanti con coerenza: inserita in un contesto narrativamente e cinematograficamente solido che qui non c'è. Anzi, Stewart fa un gran mescolone di tanto cinema che pure apprezza e che vorrebbe sottolineare, ma che porta il film a disintegrarsi in tanti rivoli di citazioni: il western essenziale e simbolico di Ford accanto a quello magniloquente di Leone; gli scenari apocalittici di Interceptor fianco a fianco con suggestioni di Blade Runner, e molto altro. Troppo e troppo diverso, giustapposto senza criterio: anche gli effetti speciali in più di un momento finiscono sotto il livello di guardia. Un peccato: il film poteva essere un discreto b movie, con un'idea naif e un po' fuori di testa, sembra invece una brutta copia del non memorabile Codice Genesi.,Simone Fortunato