Le “gesta” di un trafficante d’armi cinico e spregiudicato. Che supera la “crisi” dovuta alla morte del fratello…,“Nel mondo girano 550 milioni di armi da fuoco, una ogni dodici persone. La domanda è: come facciamo ad armare le altre undici?”. Con questa paradossale domanda, sul ghigno di Yuri Orlov si apre Lord of War, film scritto e diretto da Andrew Niccol, già regista di “Gattaca” e “S1m0ne” e sceneggiatore di “The Truman Show”. Russi trapiantati in America, gli Orlov sono brava gente un po’ stravagante (il padre si finge ebreo, e segue scrupolosamente i riti religiosi, per fare strada). Finché il giovane Yuri non intraprende la carriera di venditore di armi, fino a diventare uno dei mercanti più potenti. Il film racconta l’ascesa insospettabile, che sembra una discesa agli inferi, di Yuri (interpretato da Nicolas Cage) con stile iperrealista e a tratti grottesco – tanto da sembrare a qualcuno, erroneamente, come una presa di distanza dalla tragedia – che non sempre è intonato al racconto. Come certi personaggi secondari (il fratello tossico e “buono”, che crollerà di fronte alla violenza sugli inermi e ai compromessi di Yuri con dittatori sanguinari) non sono forse ben delineati. Ma le trovate ad effetto non mancano, la durezza e gli omicidi sono ovviamente giustificati dal tema, e il poliziotto Ethan Hawke – per quanto sconfitto – è un controcanto di coscienza che non passa inosservato.,E se il finale può sembrare cinico o disperato (“Qualcuno dice che il male trionfa perché non si fa niente per fermarlo. La verità è che il male trionfa comunque”), difficile condividere chi vede dietro alla posizione del protagonista – che supera la “crisi” dovuta alla morte del fratello e all’abbandono da parte di moglie e genitori – l’avallo di Niccol. Come l’attacco ai vertici americani (“il tuo capo vende più armi in un giorno di me in un anno” dice il trafficante al poliziotto) non pare uno scarico di responsabilità da parte dell’autore, ma il lucido e agghiacciante ritratto di un uomo che tacita le conseguenze delle sue azioni con il sorriso sulle labbra.,Antonio Autieri