Il nuovo film di Carlo Verdone è solito e insolito al tempo stesso. Da un lato infatti ripropone – la meglio, c’è da dire – tic, nevrosi, goffaggini dal sicuro effetto comico da personaggi veri e macchiettistici contemporaneamente. Dall’altro, film dopo film, cerca di staccarsi dal pubblico giovanile che imparava a memoria le sue battute a tormentone (ultima pellicola di questo genere il becero Gallo cedrone ) per puntare su un pubblico più adulto e maturo, diciamo anche più vicino alla sua età anagrafica di regista-attore ormai cinquantenne. Lo stile, in realtà, accomuna il Verdone maturo da quello più giovane, con quella commistione di alto e basso, di ispirazione malinconica o sapientemente beffarda e l’inclinazione al greve se non spesso al volgare (come la scena, peraltro divertente, dell’amplesso sfortunato con una commessa burina).,Il primo tempo di L’amore è eterno finché dura (che comincia con una surreale capatina del protagonista in un locale di “speed date”, incontri casuali di tre minuti tra persone che cercano la donna o l’uomo da un’avventura) si snoda divertente e pieno di ritmo ma lascia già presumere che quando la storia tirerà le fila al Verdone “autore” non rimarrà che una moralina piccola piccola, come quasi sempre nei suoi film, raramente profondi e nemmeno omogenei (se non Maledetto il giorno che t’ho incontrato ,il suo capolavoro). In un contesto inizialmente comico che lascia però in fretta lo spazio all’angoscia (per chi sa vedere, non per chi al cinema ride sguaiato senza attivare la materia cerebrale), le famiglie si sfasciano, le coppie si formano con casualità, i genitori cercano la complicità dei figli che da parte loro osservano perplessi e attoniti (salvo capire, e compatire, la pochezza dei genitori dopo aver perso la verginità…). Soprattutto, nessuno crede al “per sempre”. Qui le sarabande sentimentali dei vari personaggi (ben serviti peraltro dal cast, in cui spiccano lo stesso Verdone e le brave Laura Morante, pur costretta a fare ancora una volta la nevrotica, e la spigliata Stefania Rocca) portano infatti a una conclusione minimalista e sentimentalmente difensiva, sintetizzata nella parabola dei due istrici che non si possono avvicinare troppo, pena il ferirsi. Così è l’amore per Verdone: talvolta una fregatura, spesso una ferita da cui ci si riprende con una nuova storia. Ma da cui, come qui, tenersi a una certa distanza di sicurezza, per non rischiare.,
L’amore è eterno finché dura
Un cinquantenne viene lasciato dalla moglie e va in crisi. Poi scopre che lei lo tradiva e decide di dare un taglio al matrimonio e cercare un’altra anima gemella…,