Malefica (Angelina Jolie), nonostante il nome e il fatto che abbia gettato una maledizione su Aurora (Elle Fanning), ora è la più affettuosa delle matrigne, e non si oppone al fatto che la giovane voglia sposare il bel Principe Filippo, dato che i due sono follemente innamorati. Per accontentare Aurora, accetta anche di mettere da parte l’insofferenza per gli umani, naturalmente sospettosi nei confronti delle creature della brughiera: fatine, alberi parlanti, funghetti antropomorfi e creature varie. Ma non sa che dall’altra parte c’è chi la vorrebbe vedere morta: la regina Ingrid in persona (Michelle Pfeiffer), che conosce il tallone d’Achille delle creature fatate e ha architettato un piano per sterminarle tutte e assicurare il predominio degli umani, anche a costo di sacrificare suo marito il Re Giovanni (Robert Lidsay).

Continua la rivisitazione Disney della fiaba di Charles Perrault “La bella addormentata”. Se nel primo episodio si scopriva che la strega cattiva poi tanto strega non era (in effetti, Angelina Jolie anche con gli zigomi da aliena è sempre bellissima) e che probabilmente la sua cattiveria era dovuta al fatto di non sentirsi accettata in quanto differente dagli umani, qui i campi si confondono ulteriormente. Gli umani continuano a essere o deboli (vedi il principe Filippo o suo padre il Re) o addirittura criminali senza scrupoli come la regina Ingrid. In compenso l’esercito dei buoni, oltre agli animali e alle creature fatate del bosco, ora si ritrova anche con le Creature delle Tenebre, esseri alati che vivono in armonia con la natura ma sono anch’essi costretti a vivere nascosti per timore degli uomini. L’agguato scatta dietro l’apparentemente innocente invito a cena di Malefica nel castello dei regnanti, per sancire la futura unione di Aurora e Filippo, ma dietro l’apparente cortesia di Ingrid si cela un piano per mettere Aurora contro la matrigna e provocarla per scatenare una vera e propria guerra, nella quale verranno usate tutte le armi “sporche” contro le creature alate e della brughiera.

Con un profluvio di effetti visivi impressionanti, che fanno pensare veramente di vivere in un mondo magico, ma anche infarcito di tutta la correctness possibile e immaginabile (mai vista una fiaba con un cast così “inclusivo”, a parte gli eschimesi – forse – pensiamo di averli visti tutti ma proprio tutti), il film fa di tutto per trasformare l’impianto classico delle favole in favore di una visione ecologista che sbandiera l’idea che l’uomo debba piegarsi di fronte alle forze della natura e dei loro custodi, visto che, lasciato a sé stante, può solo essere malvagio o combinare disastri. Per cui se vi chiamate Malefica, creature delle tenebre, siete un corvo nei panni di un giovane anemico, avete delle ali con gli artigli, o parlate con le fate dei fiori, siete automaticamente dei buoni. Se invece vi limitate a camminare e avete solo quattro arti, è meglio che cominciate a correre, perché la felice convivenza con le creature del bosco arriverà solo alla fine, dopo molti tormenti e promettendo di non infastidire troppo chi ha un paio di corna nere come cappello.

Beppe Musicco