Diventato un sottogenere di gran moda nel panorama della narrativa (letteraria e cinematografica) young adult, la fantascienza distopica trova un nuovo esempio nel primo capitolo della trilogia di Veronica Roth, divenuta prima fenomeno su carta e ora in cerca di un corrispondente trionfo sul grande schermo. L’inquietante società del futuro messa qui in scena ha proporzioni più ristrette di quella di Hunger Games (a cui peraltro invece il racconto deve molto se non altro in termini di archetipi narrativi), ma anche in questo caso il sistema prevede una separazione della popolazione sopravvissuta a una misteriosa guerra, basata in questo caso sull’indole che ogni individuo manifesta come prevalente e che viene individuato mediante una sorta di test attitudinale all’ingresso nella società adulta. Un meccanismo che non può tollerare trasgressioni come quella rappresentata dai divergenti, individui impossibili da ridurre a un unico “valore”. ,La protagonista della storia, Beatrice/Tris, è proprio una di loro e la decisione di spostarsi dal gruppo degli Abneganti (dedicati al servizio degli altri e per questo incaricati anche del governo della città/società) a quello dei Intrepidi la porta a imbattersi in una cospirazione che potrebbe sconvolgere gli equilibri precari della società. A metà strada tra la volitiva Katniss di Hunger Games e la sdilinquita Bella di Twilight, Tris è l’ennesimo esempio di eroina predestinata che cerca di catturare la fantasia della platea degli adolescenti con un misto di avventura, amore e action che questa volta, pur agganciando con intelligenza le aspirazioni confuse ma potenti degli adolescenti, rischia di servire il tutto in un dosaggio non perfettamente riuscito.,La storia parte in modo accattivante: il personaggio principale incarna con una certa credibilità le paure e le aspirazione di chi si affaccia all’età adulta, ma ben presto la costruzione dell’universo narrativo della Roth, anche a causa di alcune sciagurate semplificazioni della sceneggiatura, comincia a far acqua. Almeno per un po’ il pur già visto percorso di training della protagonista, intrecciato a una prevedibile storia d’amore, tiene desta l’attenzione mentre l’ottimo cast di Kate Winslet nei panni dell’antagonista principale compensa altre scelte meno felici (tra gli altri alcuni dei personaggi secondari alleati o nemici di Tris che si assomigliano un po’ tutti). Purtroppo con il progredire dei minuti (e 140 sono parecchi per questo genere di pellicola) il racconto comincia a diventare ripetitivo. E se il carisma dei protagonisti (più Theo James a dir la verità che la star in ascesa Woodley) regge quanto meno sul piano sentimentale, non si può dire così del resto. Informazioni o troppo spiattellate oppure contraddittorie, una cospirazione che è piuttosto banale e largamente prevedibile, una lunga ma in qualche modo deludente sequenza finale che tra spari, morti e inseguimenti porta a un finale sbrigativo ed emotivamente poco soddisfacente. ,La messa in scena dà purtroppo il meglio di sé all’inizio, ma poi, quando ci si rinchiude negli spazi angusti del quartier generale degli Intrepidi l’impressione è di una povertà visiva che non giova all’immedesimazione. Del resto, si nota una certa trascuratezza anche nella gestione delle informazioni e dei dettagli che avrebbero potuto dare maggiore verità alla storia. Resta da vedere se nonostante tutti questi limiti la nuova eroina che il cinema americano propone come modello agli adolescenti riuscirà a conquistare un successo paragonabile ai suoi antecedenti. L’accento posto sul valore positivo dell’essere diversi e non conformisti avrà sicuramente un appeal sul pubblico degli adolescenti, che (ragionevolmente) non vedono l’ora di sentirsi dire che essere diversi significa essere unici e speciali e non degli emarginati., ,Luisa Cotta Ramosino,

Divergent
In un mondo diviso in fazioni che perseguono singole “virtù”, la giovane Tris è una “divergente” e per questo considerata un pericolo per la società…