Giappone, XIX secolo. Un massaggiatore cieco, vaga di villaggio in villaggio offrendo i propri servigi e giocando d’azzardo.,Takeshi Kitano, l’acclamato autore di 'Hana – bi'; 'L’estate di Kikujiro' e del recente 'Dolls', ha probabilmente fatto di meglio nella sua lunga carriera di attore e regista, eppure quest’ultimo, bizzarro 'Zatoichi' colpisce ed ha momenti di autentico lirismo. ,Un massaggiatore cieco e biondo platinato vaga per le campagne di un Giappone ottocentesco, per rendere giustizia agli oppressi: dietro l’immagine di abile massaggiatore, Zatoichi è in realtà un guerriero invincibile. Come in quasi tutti i propri film (eccettuato il più manieristico 'Dolls'), Kitano dimostra una grandissima abilità nel maneggiare gli stili e i registri più lontani: esplosioni di violenza inserite in contesti surreali convivono accanto a gag comiche irresistibili, a grandi omaggi al cinema del passato, il tutto al servizio di storie semplici incentrate sulla parabola esistenziale di un uomo, scandagliato fino nel profondo del cuore. Gangster burberi, yakuza violenti, eroi solitari: il cinema di Kitano è scandito da figure politicamente scorrette (e spesso dalla condotta non ineccepibile), e dal loro sguardo morale di fronte ad una realtà dura ed ingiusta.,Figure scorrette ma pienamente morali: perché responsabili delle proprie azioni, ferite dal male commesso, e, ultimamente, aperte ad un destino di bene.,Così è anche il guerriero-massaggiatore Zatoichi, un giocatore d’azzardo un po’ imbroglione, segnato dalla violenza, ma anche da una sincera compassione per il prossimo. Anche un brigante, venuto dal nulla, agita nel cuore un desiderio di bene. E può cambiare il pianto in gioia, lo stridore in musica, il cinismo degli adulti nella libertà dei bambini. Anche un brigante, può cambiare il mondo.,