C’è un luogo in cui tutto sembra essere fatto apposta per apparire piacevole, bucolico, divertente. È l’Inghilterra dei film di Wallace e Gromit. Creati dall’immaginazione fanciullesca di Tim Park e realizzati dalla Aardman (la casa di produzione che ha realizzato anche “Galline in fuga”), i pupazzi di Wallace e Gromit sono un caso piacevolmente retrò nel panorama ipertecnologico dell’animazione contemporanea. Mentre quasi tutti i creatori hanno abbandonato il semplice cartone animato e vanno nella direzione della animazione computerizzata (con risultati peraltro strepitosi quando a realizzarli sono i geni della Pixar; vedi “Nemo” o “Monster”), la Aardman si affida un materiale fra i più banali: la plastilina, modellata a mano e animata con la tecnica detta “stop-motion”: si fotografano i soggetti, poi li si sposta impercettibilmente nella direzione voluta, li si fotografa ancora, e così via, fino a ricreare il movimento, con un procedimento lungo e lento che occupa un tempo interminabile. L’effetto finale è però di una piacevole naturalezza, che unita all’aspetto buffo dei pupazzi provoca un’istintiva simpatia. Ma questo non sarebbe di per se sufficiente se non fosse che Wallace e Gromit vivono in un mondo tutto particolare. Wallace (che è un uomo, pazzo per il formaggio) e Gromit, (un cane silenzioso ma decisamente antropomorfo) sono i titolari della Anti Pesto, una sorta di pronto intervento contro i parassiti che attentano alle verdure giganti del villaggio, tutto impegnato alla preparazione dell’annuale competizione per l’ortaggio gigante. Zucche, zucchine, carote e melanzane, che attirano tutti i conigli della contea sono sotto la tutela delle strampalate invenzioni di Wallace, che nonostante combatta i roditori con invenzioni come l’aspira conigli, poi in realtà dà loro asilo e nutrimento a casa sua. La storia si complica fino a diventare un thriller in cui ai personaggi più classici (la nobildonna, il vicinato, un pretendente dall’orripilante toupet, il parroco ecc.) si aggiunge un misterioso e gigantesco coniglio mannaro, che rischia di vanificare gli sforzi della Anti Pesto. Piena di citazioni più o meno sottili ai classici del cinema e della letteratura del genere, “Wallace e Gromit e il coniglio mannaro” è un film da non perdere, e che rende perfettamente l’eccentricità che ci si attende dagli abitanti della campagna inglese (vi ricordate “Babe, maialino coraggioso”, tanto per fare un esempio?).,Beppe Musicco