Continua il nostro percorso nel mondo delle serie televisive.

FOR ALL MANKIND  (Apple Tv+) 1 Stagione (10 x 60’)  dal 2019

creata da Ronald D.Moore, Ben Nedivi, Matt Wopert

Con Joel Kinnaman, Michael Dorman, Jodi Balfour

Cosa sarebbe successo se nel 1969 il primo uomo a mettere piede sulla Luna fosse stato un sovietico e non un americano?

Sembra una domanda oziosa, ma è invece la premessa narrativa di uno degli show lanciati dalla nuova Apple TV+, che, partendo da quello che sembrerebbe solo uno scarto minimale rispetto alla linea temporale che tutti conosciamo, racconta una diversa “corsa allo spazio” e nel farlo rilegge alcuni anni di storia americana, ma anche e soprattutto racconta una manciata di personaggi speciali (astronauti, ricercatori della NASA, immigrati clandestini) che in modi diversi vedono la loro vita cambiata da quell’evento.

Cosa cambia “essere arrivati secondi”? Non è solo il problema del confronto con un altro modello politico e sociale (del resto gli Americani erano già arrivati secondi con il lancio di un satellite, lo Sputnik, e con il primo uomo nello spazio, Gagarin), quanto una riflessione sul significato di una corsa verso l’ignoto, il senso del lavoro di persone abituate a rischiare la vita (e accadrà molte volte a diversi personaggi nel corso della serie) in nome di una curiosità che spinge sempre più lontano, ma non toglie, ma acuisce la necessità di confrontarsi con se stessi.

La serie si avvale di un ottimo cast e costruisce una rete di personaggi di cui si racconta la dimensione personale e professionale: famiglie che vengono messe alla prova dalle distanze e da un impegno che sembra mettere gli affetti sempre in secondo piano; le sfide dell’affermazione delle donne (che la politica persegue per ragioni di propaganda) e della gente di colore; i sospetti dell’amministrazione che costringono alcuni a mantenere segrete le loro inclinazioni (i ricatti sulla base delle preferenze sessuali furono peraltro una realtà…) e costringono altri a fare i conti con il passato (è il caso di uno scienziato tedesco con connivenze con il regime nazista).

La carne al fuoco è tanta e grazie anche a un notevole lavoro sugli effetti visivi il pubblico si trova proiettato in una narrazione che alterna con abilità momenti di suspense e azione (sono numerose e ben fatte le sequenze spaziali e soprattutto lunari) a quelli in cui si raccontano i personaggi e le loro relazioni.

Per chi ha amato First Man, The Martian e Interstellar questa serie è certamente un buon suggerimento.

Luisa Cotta Ramosino