La sala della comunità – un tempo chiamata cinema parrocchiale – è un luogo prezioso, come moltissimi di voi sanno, E che ci sta molto a cuore, come sanno bene i nostri lettori storici: siamo nati lì, in un cinema di Milano (il Palestrina) e abbiamo mosso i nostri primi passi in tante sale della comunità di provincia. La loro importanza è su diversi livelli: da quello pastorale a quello comunitario, fino al ruolo sociale e culturale. Le aiuta e le sostiene l’ACEC, l’Associazione Cattolica Esercenti Cinema, che quest’anno ha compiuto 70 anni.

Per questi motivi, e non solo perché l’autore Raffaele Chiarulli è un caro amico e una “firma” di Sentieri del Cinema, che segnaliamo e consigliamo il libro “Sale della Comunità, la magia continua – 11 storie spettacoli” che raccoglie undici storie odierne di Sale della Comunità che svelano le competenze delle proprie risorse umane e i segreti di gestione per condurre una brillante attività culturale poliedrica del cinema (ma spesso anche nello spettacolo dal vivo). Un’espressione creativa, dinamica e giovane del mondo cattolico che grazie alla sua connotata laicità oggi può dirsi pienamente integrata nel palinsesto cinematografico e teatrale della società italiana. Nelle oltre 800 sale diffuse su tutto il territorio, presidi culturali e sociali nelle periferie urbane e nei piccoli e piccolissimi centri d’Italia, l’incantesimo del cinema – la sala buia con tutte le emozioni che genera, e che sa rinnovare per esempio nei piccoli spettatori – prosegue grazie a migliaia di volontari e professionisti.

«È difficile riassumere cosa è significato condurre questa breve inchiesta sulle undici Sale della Comunità segnalatemi dalla segreteria nazionale» racconta Raffaele Chiarulli. «Le cose da dire sarebbero tante. Mi concentrerei allora su un punto essenziale: la peculiarità di ogni sala (quindi di ogni gruppo di volontari) rispetto alle altre. All’inizio del lavoro temevo che almeno alcuni dei profili, dei giudizi emersi e dei racconti, potessero ripetersi, essere sovrapponibili. Invece ho trovato che ogni gruppo di lavoro – radicato nel luogo dove è chiamato – è capace di una sua originalità, specchio dell’umanità di ciascuno dei suoi componenti, che è appunto unica. Far parte della rete delle SdC, quindi, non vuol dire omologarsi, conformarsi a un dettato comune. Significa, piuttosto, permettere che ciascuno contribuisca a un’opera con i propri talenti e la propria ricchezza umana, così che il dono di uno diventi un dono per tutti. Anche questo significa essere Chiesa».

Ecco le sale citate: cinema Lux a Busca (CN), Club degli Amici del cinema a Sampierdarena (GE), Cinema Lux a San Damiano D’Asti, cinema Rondinella a Sesto San Giovanni (MI), Cinema Lux a Camisano Vicentino, Cinema Teatro David a Ca’ d David (VR), Cinema Don Zucchini a Cento (FE), Cinema Tiberio a Rimini, Cinema Stensen a Firenze, Cinema Piccolo di Santo Spirito a Bari e il Cineteatro San Gaetano a Pantelleria (TP).

Autore: Raffaele Chiarulli
Introduzione di Arianna Prevedello
Effatà Editrice 2019 | Collana Comunicazione e pastorale

Costo 10 euro

Per altre informazioni: https://www.saledellacomunita.it/sale-della-comunita-la-magia-continua/

L’AUTORE

Raffaele Chiarulli svolge attività didattica e di ricerca presso la facoltà di Scienze linguistiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove guida un Laboratorio di Critica Cinematografica. Ha pubblicato i libri Di scena a Hollywood (2013), Social Movies (2015) e, con Armando Fumagalli, un’edizione commentata per sceneggiatori della Poetica di Aristotele (2018). Cura la rubrica “Ai miei tempi” sul sito www.saledellacomunita.it.