Ci sono film brutti che fanno malinconia perché si intuisce che sarebbe bastato poco (un attore scelto meglio, un paio di idee in più, la regia giusta) per renderli qualcosa di diverso; e ci sono i film brutti e basta, che non si immagina avrebbero potuto essere salvati in nessun modo. Una spia non basta appartiene senza dubbio alla seconda categoria. ,In una sequenza del film, quando i due super agenti, decisi a conquistare la donna dei loro (comuni) sogni ad ogni costo, entrano di nascosto nella sua casa per riempirla di cimici e telecamere, sullo sfondo in tv scorrono le immagini dell’immortale Butch Cassidy e Sundance Kid. Uno sconsolante (ma tragicamente volontario) omaggio al tipo di pellicola che questa sconclusionata romantic-action-comedy vorrebbe essere e proprio non riesce a diventare. ,Sarà che ai due protagonisti (Tom Hardy agente segreto ben altrimenti convincente ne La talpa e Chris Pine meglio utilizzato in Star Trek) si mostrano decisamente non all’altezza degli illustri predecessori, sarà che la storia accumula un numero decisamente troppo alto di coincidenze e sospensioni di incredulità, lo spettatore perde in fretta l’interesse per il prevedibile esito finale.,Ad aggravare le cose, la chimica decisamente scarsa tra i due bellimbusti (uno solido e un po’ timido, con una ex moglie e un figlio che vede poco, l’altro viveur e sciupafemmine per morte precoce dei genitori) e la bella in questione; tanto che qualche critico, non senza ragione, ha fatto notare che la vera storia d’amore mancata sembra quella tra i due amiconi piuttosto che quella con la ragazza. Di sicuro un effetto collaterale non voluto, in una storia che si vorrebbe romantica ma che dà ben poche emozioni e pesca a piene mani negli stereotipi di almeno tre generi diversi senza riuscire mai ad azzeccare il mix giusto.,Forse gli scrittori (tra cui si annovera anche l’autore di Mr & Mrs Smith, che mescolava con più successo commedia romantica e azione) avrebbero dovuto studiare meglio gli equilibri e soprattutto decide cosa prendere sul serio: l’amore o l’azione. Il risultato è che lo spettatore non riesce a impegnarsi seriamente su nessuna delle due linee e si annoia per la maggior parte del tempo. Nel resto si imbarazza per i tre protagonisti, impegnati nelle loro improbabili combinazioni sentimentali.,Laura Cotta Ramosino