Una relazione passeggera racconta di Charlotte, una madre single, e Simon, un uomo sposato e con due figli, che si incontrano a Parigi, si piacciono, e iniziano a frequentarsi. Vivono una storia d’amore in modo leggero e apparentemente disimpegnato. Al ritorno da un viaggio con la famiglia, però, Simon viene a sapere da Charlotte che nella sua vita è entrata un’altra persona…

A due anni da Le choses qu’on dit, les choses qu’on fait, Emmanuel Mouret torna a indagare la coppia con Una relazione passeggera che ci porta in atmosfere viste nei film di Woody Allen o Noah Baumbach. Il focus del film, infatti, è il racconto di questa storia d’amore che i due protagonisti, quasi sempre in scena da soli, decidono di vivere apparentemente senza prendersi troppi impegni, senza coinvolgersi troppo. Hanno due caratteri diversi: Charlotte (molto brava Sandrine Kiberlain), è più leggera, spensierata e forse libera non volendo più soffrire per amore come nel passato; Simon (altrettanto bravo Vincent Macaigne che aveva già lavorato con il regista), invece, è più dubbioso, in preda a sensi di colpa per il tradimento della moglie, ma si fa comunque trascinare dalla verve di Charlotte. Il film è un vero e proprio diario della loro storia, come indica bene il titolo originale del film Chronique d’une liaison passagère, scandito dai giorni e dai mesi dei loro incontri che avvengono in casa di lei, in albergo, in appartamenti prestati dagli amici. Noi non vediamo mai i figli di Charlotte (tre, due grandi e uno piccolo), né i figli e la moglie di lui, ma la loro presenza si avverte nei dialoghi dei due amanti.

Mouret realizza un film fortemente basato su una sceneggiatura brillante e non banale. I dialoghi e gli sguardi sottolineano poi il mutare del sentimento che lega Charlotte e Simon; un legame che si fa sempre più stretto e coinvolgente. Un rapporto sicuramente profondo che, però, la coppia non ha il coraggio di ammettere forse per paura di perdere tutto e di perdersi. Sanno entrambi che la loro storia è destinata a finire e quando questo accade, perché nella vita di Charlotte entra Louise (Georgia Scalliet), la sofferenza non è certo minore e rimane il rimpianto di non aver voluto ammettere quanto forte fosse il legame. Al di là di qualche verbosità di troppo e l’inserimento un po’ frettoloso di alcuni temi molto importanti come la fecondazione artificiale, Una relazione passeggera è un film molto delicato, garbato e di grande tatto che sa passare dai toni più da commedia a quelli più seri senza perdere di credibilità. Presentato al Festival di Cannes 2022.

Stefano Radice

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