Poco brio, approfondimento psicologico minimo, cast sulla carta interessante ma alla resa dei conti non sfruttato a dovere. Una ragazza a Las Vegas (il titolo originale, Lay The Favorite, più pertinente, rimanda alle memorie pubblicate nel 2010 dalla giornalista Beth Raymer) è sulla carta una vicenda di iniziazione con protagonista una bella ragazza (la splendida Rebecca Hall) che dalla profonda provincia americana si ritrova in un mondo nuovo, di cui non conosce le regole ma in cui, in modo assai spregiudicato, riuscirà a imporsi. La qualità del film è purtroppo ben altro. La regia di Stephen Frears, regista di notevoli ritratti femminili (The Queen ma anche Le relazioni pericolose o il grande noir Rischiose abitudini) e capace anche di lavorare su generi differenti, musical e commedia brillante compresi, non trova mai il giusto taglio da dare a una storia in cui per certi versi domina il registro realistico (il mondo delle scommesse legali e illegali raccontato con una certa attenzione dei dettagli), per altri – specie nella prima parte – sembra dominare invece un certo gusto per la la commedia sexy per chiudere infine dalla parti della commedia rosa d'azione. I problemi sono diversi e non del tutto ascrivibili alla regia distratta di Frears che, a dire il vero, negli ultimi anni ha mostrato un preoccupante calo di ispirazione con opere deboli come Chéri e Tamara Drewe. Conta molto la sceneggiatura di D.V. DeVincentis, in altri tempi autore di buoni script come quello di Alta fedeltà, sempre per la regia di Frears, e qui invece incapace di rendere briosa la vicenda anche anche a causa di una caratterizzazione dei personaggi assai banale (i comprimari ma anche la coppia Hall/Willis), di svolte prevedibili e in generale autore di uno script farraginoso che aggiunge elementi su elementi (il Sogno Americano di Las Vegas, il mondo luccicante delle scommesse, il rapporto tra Willis e la Hall osteggiato dalla moglie di lui, l'entrata in scena di Rosie interpretato da Vince Vaughn). Certo, non aiutano nell'attenzione alla vicenda lo spettatore profano del mondo delle scommesse oltreoceano i molti momenti dedicati alle “puntate” nell'ufficio del capo Bruce Willis, segnati da qualche tecnicismo e da poca verve. Più di tutto però pesa una sensazione di vuoto e di superficialità intorno a questa storia, per così dire, di indipendenza femminile in un mondo dominato da maschi. Con un cast di attori del calibro di Bruce Willis, Rebecca Hall, altrove molto in gamba e qui troppo civettuola, ma anche comprimari di lusso come Catherine Zeta-Jones e Vince Vaughn, Frears avrebbe davvero potuto osare e e fare di più: imbocca invece una strada già battuta (e non benissimo) in passato e realizza un film che, con scenari e interpreti mutati, pare la brutta copia del già non memorabile Tamara Drewe – Tradimenti all'inglese.,Simone Fortunato

Una ragazza a Las Vegas
Una bella ragazza, finita a Las Vegas per cercar fortuna si trova a far da assistente ad un audace bookmaker.