Laura e Claire sono amiche per la pelle da quando avevano sette anni, quando suggellarono un patto di sangue e incisero un grande cuore con i loro nomi su un albero. L’infanzia insieme, i primi amori e le relative delusioni, i matrimoni in cui ognuna è testimone dell’altra. Poi Laura ha un bambino e subito dopo si ammala. La sua morte scardinerà le vite di parecchie persone, a cominciare da quella di Claire e da quella del marito di Laura, David.,L’incipit, con immagini introdotte dal racconto dell’amica al funerale, è commovente e ricorda la sintesi intensissima ed emozionante dell’inizio del film animato Up. Poi il film prende le strade contorte e morbose di tanti film di François Ozon: David ha da sempre una passione per il travestitismo (non è gay, anzi ama le donne e forse per questo si sente più a suo agio in abiti femminili) e, nonostante il dolore per la morte della moglie e le responsabilità verso la bimba cui deve pensare, pensa più spesso a come dar sfogo alla propria “vera natura” (o, altrimenti, a fuggire lontano). Claire all’inizio ne è inorridita, poi – anche per aver promesso all’amica Laura che si sarebbe occupata di sua figlia e di suo marito – sempre più vicina a David; e anche intrigata dalla sua versione femminile, che chiama Virginia per non farsi scoprire dal marito cui nasconde la rivelazione. Un rapporto sempre più stringente, di amicizia: Virginia ha sempre più il posto che occupava Laura nella vita di Claire, la sua nuova amica. Ma è un sentimento forse anche amoroso: ma lei è attratta dall’uomo David o dalla donna Virginia? ,Impacchettato da uno stile elegante e millimetrico, con un taglio thriller che richiama alla memoria classici di Hitchcock (quando si scopre vestito da donna, David ricorda il Norman Bates di Psycho, ma senza pulsioni omicide), Chabrol ma anche Almodovar, Una nuova amica ha nelle qualità formali i suoi pregi migliori, anche se sono utilizzati in maniera gelida e respingente. Ancor più respingente la storia, di fondo poco verosimile (David dura poco come vedovo inconsolabile, il ricordo della moglie è più vivo in Claire che in lui, che della bimba si occupa pochissimo), ma certamente malsana e anche poco interessante per uno spettatore comune. Le continue bugie dei due protagonisti, i sotterfugi e gli approcci tentati o mancati disegnano un’amicizia molto particolare e imprevedibile, che oltre che prendere il testimone di quella tra Laura e Claire (con evidente sottotesto lesbico, come da sogno – sgradevole – di Claire) diventa ancora più “pericolosa”. Gli approcci di David/Virginia, prima timorosi e poi più decisi, vengono respinti sempre più debolmente da Claire, con svolte via via più prevedibili (oltre a qualche momento kitsch, tra locali “omo” e canzoni in target). Fino a un finale telefonato e in linea con i tempi, in cui le carte si scombinano e si riformano in un nuovo, “controcorrente” nucleo affettivo.,Abile tecnicamente – il film è davvero ben girato – quanto sempre più introiettato su propri temi e ossessioni, Ozon sembra autore sempre più distante da un pubblico anche attento a un cinema di forti valori artistici, con storie di respiro sempre più ristretto. E se i due protagonisti (in particolare Roman Duris, convincente anche come donna) sono la cosa migliore del film, riuscendo a conferire emozione ad alcuni passaggi del film, Una nuova amica scivola via in fretta. Ma altrettanto in fretta si allontana dalla memoria.,Antonio Autieri

Una nuova amica
La morte della sua migliore amica porta Claire vicino al vedovo David. Che ha un segreto inconfessabile.