Venus e Serena Williams sono senza dubbio tra le maggiori tenniste di tutti i tempi. Olimpiadi, Grandi Slam, finali di Wimbledon, guadagni: le sorelle per anni sono state (ma, mentre Venus si è ritirata, Serena continua a giocare) al centro del mondo di questa disciplina sportiva, sfidando e vincendo praticamente contro tutte le maggiori avversarie. Se a questo si aggiunge che, fino al loro arrivo sulla scena dello sport professionistico, il tennis femminile era considerato uno sport decisamente fuori dall’orizzonte delle atlete afroamericane, si può capire la rivoluzione imposta dalle sorelle Williams.
Una progressione inarrestabile, per due ragazze cresciute a Compton, quartiere di Los Angeles ben lontano dalle ville di Hollywood, che si allenavano sui campetti in cemento dei giardini pubblici e non nei club tennistici da cui abitualmente escono i campioni. Indubbiamente, se Venus (Saniyya Sidney) e Serena (Demi Singleton) sono arrivate a cambiare la faccia del tennis contemporaneo, il merito va riconosciuto soprattutto a Richard Williams, l’uomo che fin dalla loro nascita aveva pianificato il loro futuro di campionesse. Uomo contraddittorio, tutt’altro che facile, Richard Williams (nel film, Will Smith) è rappresentato agli esordi dell’attività delle figlie, mentre cerca di “piazzarle” a un allenatore che sia in grado di farle entrare ai livelli superiori dello sport. Impresa non facile, vista la mancanza di soldi e di sponsor, ma bisogna dare atto che quest’uomo, nonostante il carattere tutt’altro che accomodante, la gioventù difficile in un America ancora palesemente razzista, le difficoltà di rapporti con gli allenatori cui voleva imporre il proprio modo di far crescere atleticamente e tatticamente le figlie, sia riuscito nel suo scopo.
Una famiglia vincente – King Richard quindi non è immune da una certa agiografia di questa figura di padre che sembra animata solo dal desiderio di accontentare i desideri delle figlie e preservarle dai danni di un ingresso prematuro nel professionismo (emblematica infatti la citazione delle poco felici vicende di un’altra giovane star del circuito come Jennifer Capriati), tralasciando alcuni aspetti meno felici e cui le cronache hanno dato ampio spazio, come i rapporti con la moglie (Aunjanue Ellis), i cui diverbi non riguardavano solo le scelte più adatte a Serena e Venus in ambito sportivo.
Will Smith, con barbetta brizzolata e più ciondolante del solito, dà comunque una grande prova di sé nel non nascondere le debolezze del protagonista (per lo meno alcune), evidenziando comunque il sincero affetto di un padre che dimostra di non avere fretta e che preferisce aspettare il momento giusto per far gareggiare le figlie, certo com’è che il loro futuro successo non debba andare a scapito della loro educazione, e rende bene anche il confronto, spesso turbolento, con la moglie (molto ben resa dalla Ellis).
Belle le scene nelle quali le ragazze si confrontano per la prima volta con dei veri maestri come Paul Cohen (che allenava John McEnroe) e Rick Macci (che le ospitò nella sua accademia in Florida), anche se forse si sarebbe potuto mostrare un po’ più di tennis giocato e un po’ meno di quello parlato.
Beppe Musicco