Diretto dal franco-canadese Christian Duguay (Belle e Sebastien), il film è tratto dal romanzo autobiografico di Joseph Joffo ambientato durante la seconda guerra mondiale, uscito nel 1973 e diventato da subito un grande successo editoriale in tutto il mondo.
Joseph e Maurice Joffo sono i figli di un barbiere parigino di religione ebraica, scappato dalla Russia ai tempi delle persecuzioni zariste. Con l’avanzata dei tedeschi che stanno occupando tutta la Francia, il signor Joffo consegna una piccola somma ai due figli più piccoli, che al tempo avevano solo 10 e 13 anni, per affrontare un viaggio in incognito e senza documenti (potrebbero tradirli) che li porterà a Nizza, dove ci sono alcuni parenti e dove si corrono meno rischi in quanto la città è occupata dagli italiani, che non perseguitano gli ebrei. Inizia così un viaggio avventuroso nel quale i due ragazzi faranno incontri inaspettati, verranno aiutati da perfetti sconosciuti, riceveranno falsi attestati di battesimo cristiano per nascondere le loro origini ebree, rischieranno l’internamento e la deportazione.
Girato con cura e una bellissima fotografia, che solo in parte mitiga la crudeltà del periodo della seconda guerra mondiale e della feroce occupazione nazista della Francia, il film ha una sua spontaneità sincera, sostenuta dai volti innocenti dei protagonisti che, nonostante la giovane età, sono ben consapevoli di quel che sta succedendo intorno a loro. E tuttavia mantengono una esemplare fiducia, un confidare nell’aiuto di gente buona che sanno esistere, anche se a loro è sconosciuta. Il compito loro affidato sembra impossibile, a noi cresciuti in tempi di pace e tuttavia violenti; Maurice e Joseph invece, pur impauriti, non sono mai disperati, certi come non mai che l’affetto dei genitori (interpretati dagli ottimi Patrick Bruel e Elsa Zylberstein) e della famiglia li sostiene in ogni momento, e che prima o poi potranno riunirsi tutti.
Un sacchetto di biglie potrebbe facilmente cadere nel sentimentalismo o nel compassionevole, ma grazie alla felice aderenza al libro mostra anche l’evolversi del rapporto tra i due fratelli, che se nei primi momenti sono solo poco più che bambini, prenderanno coscienza della promessa fatta al padre di cercare un posto sicuro, e mostreranno una maturità e un senso di responsabilità vicendevole degno di persone molto più avanti negli anni.
Risulta quindi veramente impressionante l’interpretazione dei due giovani protagonisti Dorian Le Clech e Batyste Fleurial, che riescono a rendere perfettamente l’affetto sincero che lega i due fratelli e al tempo stesso la determinazione che li spinge ad andare avanti. Con la felice conclusione nei titoli di coda, quando vediamo i veri protagonisti, ancora vivi e vegeti, sorridere con lo stesso senso di complicità che li ha sostenuti allora e in tutti questi anni.
Beppe Musicco