“Un giorno per sbaglio” è diretto da Julian Fellowes, che già era stato sceneggiatore di “Gosford Park”, e di quel film mantiene lo sguardo distaccato, ma curioso, di chi scruta l’upper class britannica. Là era la nobiltà ripresa in una lussuosa dimora di campagna agli inizi del ‘900, qua la solida borghesia di oggi, rappresentata da James (un avvocato di successo dai grossi clienti) e da sua moglie Ann. La coppia se la passa bene, non ha figli e vive in una bella casa a Londra e nei fine settimana in un lussuoso cottage in campagna. Ed è proprio qui che il film si apre, con una scena, brutale e improvvisa: un uomo in bicicletta su una strada di campagna, viene investito da un lussuoso fuoristrada; cade e muore. Da questo punto il film sembra prendere una piega degna di Agatha Christie e dei migliori gialli detti “whodunit”, chi è stato? Le indagini dell’ispettore di polizia, appurato che il crimine è stato commesso proprio mentre a casa di James e Anne si svolgeva un party, si concentrano sulla figura di William Bule (Rupert Everett), un nobile appena tornato dall’America, indolente e arrogante, che piace alle donne proprio per la sua aria di non curarsi di alcuno al di fuori di sé stesso. In realtà il film, pur mantenendo la soluzione del delitto come punto forte, esalta in parallelo un indagine “etica” sulla vita dei protagonisti e sulla doppia moralità di chi pensa che le infrazioni alla legge e i crimini vadano sempre combattuti e denunciati, tranne quando potrebbero andare a proprio discapito. E quali siano le conseguenze di queste decisioni e come si ripercuotano sulla vita degli altri è ben spiegato. A rendere il tutto particolarmente interessante, oltre all’analisi della coscienza e alle conseguenze delle scelte, stanno di certo gli attori: specialmente Tom Wilkinson, forse per la prima volta, dopo tanti ruoli da persona “normale”, in un ruolo complesso che fa risaltare la sua grande statura recitativa.,Beppe Musicco

Un giorno per sbaglio
Scarica in PDF“Un giorno per sbaglio” è diretto da Julian Fellowes, che già era stato sceneggiatore di “Gosford Park”, e di quel film mantiene lo sguardo distaccato, ma curioso, di chi scruta l’upper class britannica. Là era la nobiltà ripresa in una lussuosa dimora di campagna agli inizi del ‘900, qua la solida borghesia di […]