Dopo aver studiato insieme all’Universita’ durante l’Erasmus, Jacopo, Ascanio, Enrico e Pietro, hanno scelto strade diverse.Jacopo ha intrapreso la carriera ecclesiastica, Ascanio fa il motivatore di manager in crisi, Enrico è un architetto con ambizioni politiche e Pietro fa il manager di giovani talenti musicali. Un giorno ricevono la chiamata di un notaio che li invita in Portogallo per una questione di ‘eredità’: con stupore devono scoprire chi di loro è il padre del figlio avuto da Amalia, la ragazza che tutti hanno amato ai tempi dell’Universita’ e che purtroppo è morta. Inizia quindi un lungo viaggio alla scoperta della verità, grazie all’aiuto di una ragazza portoghese conosciuta casualmente…

Quello messo in scena da Alberto Ferrari è un classico road movie in cui la cinematografia italiana si è spesso cimentata, e che cerca di unire elemento da commedia a situazioni più drammatiche o malinconiche. La sceneggiatura scritta dallo stesso regista, insieme a Gianluca Ansanelli, è molto lineare e prevedibile (colpo di scena finale incluso). Tuttavia, i quattro protagonisti – Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Ricky Memphis e Luca Liotti – se la cavano bene, tra loro c’è una buona alchimia e questo sopperisce in parte ai limiti del film. Brava anche Filipa Pinto, nei panni della ragazza misteriosa che si prende cura dei quattro amici. Un figlio di nome Erasmus, però, poteva ambire a qualcosa di più ambizioso e meno scontato anche perché il confronto con alcuni modelli di riferimento, come i primi film di Gabriele Salvatores o Immaturi di Paolo Genovese, risulta troppo a sfavore del film di Ferrari. Rimangono i paesaggi, alcune battute e la rivelazione di Bizzarri anche in chiave meno ridanciana. Da segnalare il ritorno al cinema dell’icona anni ‘80, Carol Alt.

Aldo Artosin