Esce finalmente anche nelle sale, dopo essere passato un paio di anni fa alla Mostra del Cinema di Berlino nella sezione speciale, Un anno con Salinger del regista canadese Philippe Falardeau, autore qualche anno fa del bel Mr Lazhar, in cui si raccontava, con realismo e delicatezza, il difficile compito di un insegnante chiamato a sostituire una collega suicidatasi in classe e ad affrontare il lutto dei suoi studenti.
Ispirato alle memorie di Joanna Rakoff sulla sua esperienza come assistente in un’agenzia letteraria che aveva come cliente più famoso l’autore de Il giovane Holden (da cui il titolo del film), è ambientata nella seconda metà degli anni Novanta, in un mondo fatto ancora quasi totalmente di carta, archivi e telefonate, ma che stava per cambiare con l’avvento dei computer e di Internet; una rivoluzione che resta un po’ sullo sfondo rispetto alle vicende della protagonista, ma che, si lascia sottilmente intuire, finirà per stravolgere in modo irrevocabile un ambiente costituito in precedenza di rapporti personali e relazioni, di personaggi talvolta anche un po’ snob ma dalla cultura variegata e profonda. Ci vorranno poco più di dieci anni perché questi “guardiani” della letteratura vengano in gran parte rimpiazzati dal passaparola su internet e dai casi editoriali effimeri quanto travolgenti.
La pellicola di Falardeau, però, è soprattutto il ritratto di una giovane donna in cerca di una sua strada nella vita e nella professione, con tutte le ingenuità e l’idealismo che ci possiamo immaginare. Le presta il suo volto luminoso e intelligente Margaret Qualley (che ha alle spalle una solida carriera televisiva e un altro ruolo breve ma luminoso in C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino), che attraversa la pellicola con un guardaroba incredibile che fa per una volta rivalutare la moda di quegli anni.
A Joanna, che sogna di diventare scrittrice e che ha lasciato la specializzazione universitaria per seguire la sua vocazione, tocca invece di rispondere alle migliaia di lettere che giungono da tutto il paese al misterioso e notoriamente riservato J.D. Salinger: il mandato è una risposta totalmente formale fatta apposta per rintuzzare ulteriori tentativi, ma non ci vuole molto perché Joanna si lasci coinvolgere dalle vite che traspaiono nelle lettere e inizi a rispondere in maniera empatica e personale con conseguenze inaspettate.
Quanto intraprendente si dimostra sul lavoro, altrettanto sfortunata e passiva Joanna si dimostra con il suo fidanzato Don, che le impone scelte discutibili e a cui lei non sa veramente opporsi.
L’anno del titolo è anche quello di un coming of age delicato e personale in cui la letteratura e i suoi rappresentanti, tra cui lo stesso Salinger, seppure a distanza, e la burbera e “conservatrice” Margaret, il capo di Joanna, interpretata da Sigourney Weaver con straordinaria umanità, hanno un ruolo insostituibile di maestri. Se superficialmente il rapporto tra Margaret e Joanna potrebbe ricordare quello altrettanto burrascoso tra Anne Hathaway e Meryl Streep ne Il diavolo veste Prada, qui Falardeau sceglie una strada più minimalista e credibile, evitando gli scontri spettacolari ma usando al meglio il mondo della letteratura e dei suoi protagonisti per raccontare il difficile avvicinamento alla propria vocazione.
Laura Cotta Ramosino
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