Finalmente un film d’amore che parla d’amore e non di sentimento. Leonard (un grande Joaquin Phoenix) è figlio di una famiglia israeliana, depresso, con un paio di suicidi mancati alle spalle. Gli confezionano un matrimonio d’interesse ma è più infelice di prima. Incontra la sua vicina di casa e ne rimane incantato, non solo perché è una gran bellezza ma perché ha una vita incasinata con cui combattere ogni giorno: come la sua. Le sta accanto, non le fa mancare mai il proprio sostegno, le rimane sempre fedele anche se lei è incostante, tossica, disperata. ,Il quarto film di James Gray è anche il suo primo melodramma: lui che ha sempre fatto anche recentemente (I padroni della notte) film neri, cupi, disperati. Two Lovers è invece un film classico sull’amore inteso non come acrobazia da letto o come semplice attrazione, ma come un complesso di vuoti da colmare e di desideri da compiere. Leonard, il protagonista, è un uomo fragile segnato da tanti abbandoni, primo fra tutti quello della ragazza di un tempo e da una famiglia più che ansiosa. E’ un ragazzo problematico che vive isolato da tutto e da tutti in un appartamento prigione dove tutto richiama un passato che pare congelato nel tempo: le foto in bianco e nero dei genitori; la tappezzeria d’altri tempi. La svolta avverrà nel modo più inaspettato ma forse anche più doloroso. Film complesso, perché quando di parla seriamente di affetti la realtà diventa inevitabilmente molto più complicata, ma anche semplicissimo nell’intreccio, nella messinscena quasi neorealista. Gray ha da sempre come modello il cinema classico, sia quando gira polizieschi sia quando prende in mano storie d’amore: lo stile sobrio, l’attenzione ai dettagli sia esteriori che interiori, una vera e propria regia invisibile ad accompagnare con delicatezza e garbo un parco attori che come sempre è strepitoso. Accanto a Phoenix, non nuovo a prove maiuscole, si segnalano la presenza di Isabella Rossellini nei panni della madre e di Gwyneth Paltrow, musa complicata e fragile dell’amore travagliato, sospeso tra possesso e gratuità, desiderio e nostalgia.,Simone Fortunato