Con il primo dei quattro libri di Stephenie Meyer (dopo “Twilight” sono arrivati “New Moon”, “Eclipse” e da poco “Breaking Dawn”) arriva al cinema il caso editoriale più amato dagli adolescenti. Grazie alla capacità di catturare sentimenti, stati d’animo e vicissitudini in cui gli adolescenti (e soprattutto, le adolescenti) si ritrovano. Al di là della cornice fantasy, ovviamente improbabile. E di qualche effetto o effettaccio che può far sorridere o inorridire. ,Innanzi tutto, il film si rivolge appunto agli adolescenti. E ci si deve sforzare di vederlo con gli occhi del pubblico cui è destinato. E allora bisogna ammettere che in questa categoria Twilight è ben fatto. Sia il libro che il film, ben superiori ai libri e ai film “alla Federico Moccia”, che da qualche anno in Italia impazzano in un target d’età simile. Niente lucchetti, niente frasi svenevoli. In Twilight il livello rimane mediamente alto, ben scritto, letterario in senso buono, anche felicemente retrò in senso romantico. Tanto da far pensare a modelli alti: Romeo e Giulietta ma anche La Bella e la Bestia.,Isabella, detta Bella, lascia la madre con cui vive a Phoenix da anni (i genitori si sono separati quando era piccola) quando si risposa e va a vivere con il padre – che non frequenta da tempo – nella piccola e piovosa cittadina di Forks, vicino Washington. Il padre è di poche parole, distratto, assente, poco comunicativo con lei. A scuola lei è attirata dalla semplicità dei nuovi compagni ma anche restia ad aprirsi completamente, per il suo carattere riservato e sobrio. Ma subito incrocia lo sguardo con il silenzioso e affascinante Edward Cullen, accerchiato da parenti alquanto misteriosi. E quando lui le salva la vita la scintilla scocca inesorabile, anche se lui sembra anche più scostante di lei… Bella non tarderà a scoprire che forza e velocità incredibili di Edward nascondono un segreto…,Edward è un vampiro di oltre cento anni; e la sua attrazione per Bella potrebbe esserle fatale. Se si scatena la passione, lui potrebbe morderla e trasformarla in un’immortale, come loro. Ma per scelta lui e la sua famiglia hanno deciso di non fare del male agli uomini, cibandosi solo di sangue animale: fatto un po’ frustrante ma che permette loro di muoversi anche di giorno, di andare a scuola e di frequentare – con estrema misura – i propri “coetanei”. La tensione della storia nasce non solo dal fatto che Bella scopre subito il suo segreto ma che lei vorrebbe lasciarsi andare alla passione e, chissà, forse anche condividere il destino eterno dell’amato, ma il “vampiro gentiluomo” resiste stoicamente. E quindi non vanno oltre qualche casto bacio.,Nella seconda parte, il romanticismo lascia spazio a una svolta thriller-horror, quando irrompe sulla scena un terzetto di vampiri “classici” che uccidono e mangiano umani. E il più sadico dei tre fiuta la preda Bella e prova gusto nel portarla via al collega innamorato Edward. Che dovrà far di tutto per salvarle la vita.,La regista Catherine Hardwicke (carriera strana la sua: questo è il suo terzo film, dopo lo scandaloso “Thirteen” e il religioso e quasi parrocchiale “Nativity” sull’amore tra Giuseppe e Maria e sulla nascita di Gesù) riesce a coniugare efficacemente l’aspetto dark con quello romantico. La prima parte del film è la più interessante, perché propone – sotto il velo della storia fantastica propone temi e sentimenti tipici dell’universo giovanile e adolescenziale: dai rapporti con i genitori a quelli con i coetanei, dai primi turbamenti amorosi alle schermaglie del rapporto sentimentale. Anche se è un amore particolare: «Il leone si innamorò dell’agnello» le dice Edward. Eppure, quel che è più interessante è che il fondo della storia tra Edward e Bella è dominato dal desiderio di un amore assoluto, eterno, per sempre. Che è il desiderio di ogni amore, anche quello vissuto dalle persone più immature o superficiali (anche i ragazzi “di Moccia”, con il lucchetto chiedono un per sempre, salvo poi ridurre il tutto a storie di sesso, e di possesso). Bella, in particolare, è una ragazza sensibile e intelligente, che fin dalle prime battute ci viene mostrata pronta a vivere con intensità la sua esistenza («Non ho mai pensato a come sarei morta, ma morire al posto di qualcuno che amo è un buon modo per andarmene» dice all’inizio; e scopriremo che non si riferisce al ragazzo amato). Anche .inquieta, per l’esistenza cui l’ha costretta la separazione di genitori inadeguati (la madre apprensiva e in cerca di “confidenze” ma superficiale, il padre distante e incapace di parlarle). La giovane Kristen Stewart che la interpreta, già apprezzata in un piccolo ruolo in “Into the Wild”, è davvero molto brava nel rendere i suoi turbamenti: c’è da aspettarsi una sua brillante carriera. Un po’ meno convincente il coprotagonista, ingessato (anche nell’aspetto bianchissimo…) nella parte del vampiro centenario, dallo sguardo perso e allucinato. E in generale le apparizioni della famiglia dei vampiri, bianchissimi e al ralenti, oscillano tra il ridicolo e l’ironico. Ecco, per fortuna è l’autoironia che salva in corsa molte scene, come quella (un po’ridondante) della partita di baseball. Oltre a un senso del ritmo avvincente.,Poi, come detto, tante altri dettagli non piaceranno a un pubblico di adulti curiosi o accompagnatori, come le schermaglie e i “tira e molla”, tra i due (ma gli adolescenti sono così…). Piuttosto temiamo il prosieguo della saga, che sembra virare verso la new age; e non si vede come potrebbero essere tenuti in vita gli aspetti realistici che abbiamo apprezzato in “Twilight”. Se ci fermiamo però, come giusto, al primo “tomo” dobbiamo ammettere che il livello è accettabile.,Antonio Autieri